Dal danno biologico al danno esistenziale
L’evolversi della vita degli esseri umani nelle comunità è stata caratterizzata dal continuo cambiamento dei vincoli e dei rapporti intercorrenti fra i consociati, ha visto il mutare della coscienza collettiva e il modo di concepire e relazionarsi con il mondo esteriore, per cui gran parte di questi cambiamenti hanno portato con sé l’esigenza di adattare le regole di condotta del tessuto sociale in modo sempre più dettagliato e flessibile, in modo da riuscire a riadattare i modelli e i principi giuridici alle mutevoli realtà sociali.
Il XX secolo, almeno per le civiltà occidentali, è stato caratterizato da un processo di sviluppo esponenziale sotto tutti i profili: tecnologico, economico, politico, e anche giuridico.
La qualità materiale e spirituale della vita dei consociati è stata ed è in continua evoluzione, anche se è arduo stabilire se tale evoluzione sia sinonimo di miglioramento o peggioramento del benessere comune.
Fatto sta che l’intensificarsi delle attività economiche, delle comunicazioni, degli scambi, la crescente complessità delle realtà sociali e delle relazioni intercorrenti fra gli individui, ha portato con sé il crescere del numero di situazioni in cui potenzialmente possono essere lesi, anche involontariamente, i diritti e gli interessi degli stessi.
Anche per questi motivi, è stata sempre avvertita, in tutte le civiltà, l’esigenza di comporre gli interessi pubblici e privati in gioco, prestando tutela a quelli che, col mutare dei tempi e dei luoghi, sono stati via via considerati preminenti.
In questa sede si tratterà la tematica del danno, derivante dalla responsabilità del fatto umano, come fenomeno in grado di ledere i diritti e gli interessi di cui sopra, cercando di enucleare i principi ispiratrici dell’ordinamento italiano che ne hanno delineato la disciplina nonchè i mezzi di tutela posti a favore dei soggetti lesi.
L’analisi avrà un occhio di riguardo alle più recenti fonti normative e giurisprudenziali, che ne hanno influenzato l’orientamento ed hanno dato vita a nuove tendenze; essa verterà dapprima sul concetto generale di danno, classificandone le tipologie, le fonti ed i beni che ne sono oggetto, per poi spostare l’attenzione sul tema del danno biologico, figura originariamente non prevista nel codice civile del ’42, entrata prepotentemente a far parte, alle soglie degli anni ’90, del sistema risarcitorio italiano, grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale coronante un lungo travaglio giurisprudenziale.
Successivamente si analizzeranno gli effetti dell’ingresso del danno biologico nel sistema, fra cui la nascita di una miriade di danni non patrimoniali risarcibili, teorizzati in seno ad esso, fra i quali il danno estetico, il danno alla vita di relazione, il danno psichico, il danno da perdita di chanches lavorative e tanti altri ancora.
Infine, l’attenzione verrà spostata sulla recentissima nascita di una nuova figura di danno, il danno esistenziale, in grado di rivoluzionare del tutto la ratio del sistema risarcitorio, attribuendo ai singoli un livello di tutela degli interessi ingiustamente sacrificati senza precedenti.
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Informazioni tesi
Autore: | Fabio Mancini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli studi G. D'Annunzio - Chieti |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | E. L. |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 152 |
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Il danno esistenziale
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