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Un decreto sulla cinematografia
Nel dopoguerra, il primo provvedimento legislativo in tema di cinematografia viene approvato, sotto forma di decreto luogotenenziale (n° 678), dal Consiglio dei Ministri. Si tratta di un decreto che vuole tagliare i ponti con il passato, dichiarando la libertà del cinema dal monopolio statale e la sua entrata nel libero mercato (art. 1). Inoltre la legge prevede un contributo statale ai film nazionali del 10% degli incassi e un'aggiuntiva quota del 4% a quelle pellicole che siano giudicate meritevoli da un'apposita commissione. Non c'è però il coraggio di eliminare le voci relative alla censura, che rimane dunque nelle mani del potere esecutivo.
La conseguenza più significativa di questo primo tentativo di disciplinare la materia cinematografica è l'apertura del mercato nazionale ai film stranieri e pertanto l'invasione da parte dell'industria americana.
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