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Suez: convocata la Commissione Esteri della Camera

29 agosto 1956

Viene convocata la Commissione Esteri della Camera in relazione alla crisi di Suez: decisione degna di nota, e rivelatrice degli umori che agitano le forze politiche, sol che si consideri che in questo periodo il Parlamento è in vacanza. Dallo spettro politico emerge una panoplia di posizioni contrastanti che secondo alcuni contribuiranno a limitare l'azione della delegazione italiana alla conferenza di Londra. Ogni gruppo politico ha una propria interpretazione della crisi in atto, e intende far valere le sue opinioni: se dal MSI si ribadisce l'appoggio al gesto egiziano, e, in linea con i sentimenti anti-inglesi, si chiede l'impegno che l'Italia non scenderà in guerra per difendere gli interessi anglo-francesi, e se il comunista Pajetta attenua i toni critici verso l'azione della delegazione italiana, mostrando di apprezzare la distinzione fatta dal ministro Martino tra problema della nazionalizzazione e libertà di navigazione, da parte di tre rappresentanti della DC (Scelba, Dominedò e Vedovato) si esprime soddisfazione per la linea tenuta dal governo, la quale non rinuncia all'amicizia con l'Egitto nel momento in cui ribadisce la solidarietà occidentale. Il repubblicano Pacciardi insiste su di una posizione di ferma condanna del totalitarismo nasseriano, auspicando la più completa adesione alle tesi anglo-francesi, mentre il liberale Malagodi non manca di rilevare l'importanza economico-politica del Canale; infine, la posizione del socialista Lombardi, nello stigmatizzare l'operazione egiziana, non risparmia critiche anche agli inglesi, e invita il governo a non «legittimare gli orientamenti italiani con la solidarietà occidentale: il patto atlantico [...] deve rimanere inoperante nella crisi di Suez, che non investe nessuno degli obiettivi che gli sono propri».

Tra parentesi è indicato il numero di tesi correlate



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