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Il Trattato di Nanchino: Hong Kong passa alla Gran Bretagna
Col Trattato di Nanchino viene definita la cessione della piena sovranità sull'isola da parte della Cina alla Corona britannica.
Tale trattato, che pone fine alla prima guerra dell'oppio, costituisce il primo dei cosiddetti "trattati ineguali" imposti alla Cina dalle potenze occidentali. Esso, integrato dai Regolamenti Generali e dal trattato di Humen del 1843, stabilisce la cessione di Hong Kong alla Gran Bretagna, l'apertura dei porti di Canton, Shanghai, Ningbo, Xiamen e Fuzhou, e il pagamento di una forte indennità. Ai mercanti inglesi è inoltre consentito di risiedere nelle aree dei porti aperti, dove sono autorizzati a prendere in affitto delle terre e ad erigervi delle costruzioni. Da queste ultime clausole si svilupperanno in seguito ulteriori privilegi, come le cosiddette "concessioni", vere e proprie enclaves con amministrazione straniera. In ogni porto aperto, inoltre, i cittadini britannici godono del diritto di extraterritorialità: essi cioè sono sottoposti alla giustizia del proprio paese e non a quella cinese.
Il Trattato di Nanchino all'articolo 4 così enuncia: «E' ovviamente necessario e auspicabile che soggetti britannici abbiano un porto dove possano assicurare e mantenere le proprie imbarcazioni, quando richiesto, e tenere depositi per tali bisogni, Sua Maestà l'Imperatore della Cina cede a Sua Maestà la Regina di Gran Bretagna l'isola di Hong Kong e le sue dipendenze affinché sia posseduta in perpetuo da Sua Maestà Britannica, i Suoi Eredi e Successori e sia governata dalle leggi e regolamenti che sua maestà riterrà più opportuni».
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