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Il Fascismo e i problemi della razza

15 luglio 1938

Viene pubblicato anonimo da Il Giornale d'Italia e da tutta la stampa, con il titolo di "Il Fascismo e i problemi della razza", il Manifesto dell'antisemitismo fascista. Esso sostiene il carattere puramente biologico del concetto di razza, non fondandolo su considerazioni storiche, linguistiche o religiose. Dopo aver precisato che «la popolazione dell'Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana», si arriva al settimo paragrafo: «E' tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo». Per dissipare il sospetto che il razzismo italiano sia nient'altro che una scopiazzatura servile di quello germanico si aggiunge: «Questo non vuol dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco, questo vuol dire elevare l'italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità». Dei dieci paragrafi, solo uno, il nono, parla direttamente degli ebrei: «Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani».

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