Immobilizzazione incruenta delle fratture
Immobilizzazione incruenta (quella classica si ha con l’apparecchio gessato ma può avvenire con qualunque altro mezzo di immobilizzazione come ad esempio la fasciatura alla desault che può essere una sia metodica di primo approccio del trattamento ma può anche rientrare nella terapia di elezione; oppure le stecche di zinco che possono essere opportunamente modellate, utilizzate ad esempio per l’immobilizzazione delle fratture di falange delle dita legato poi con delle fasce di garza. Come si fa il gesso? Il primo momento dell’apparecchio gessato è l’applicazione di una maglia tubolare che esiste di dimensioni diverse e che serve a preservare la cute; successivamente sopra questa maglia si mette il cotone che serve ad imbottire il gesso che potrebbe fare delle sporgenze; infine si passa la fascia gessata che viene bagnata in acqua tiepida in maniera tale che si omogeneizzi e poi viene passata con decorso spiroide in modo che viene tutto perfettamente omogeneo e che la spira superiore fa ottima presa sulla spira quella inferiore. L’apparecchio gessato perché possa svolgere la sua funzione deve bloccare l’articolazione a monte e quella a valle rispetto al focolaio di frattura, ad esempio se ho una frattura dell’avambraccio per ottenere una immobilizzazione di questa frattura devo immobilizzare polso e gomito, quindi sia l’articolazione prossimale che distale rispetto alla frattura; esistono diversi tipi di gessi: un gesso che va dal braccio fino alla mano prende il nome di apparecchio gessato brachimetacarpale; se invece va da sotto il gomito alla mano si chiamerà antibrachiometacarpale; inoltre abbiamo lo stivaletto che va da sotto il ginocchio e comprende il piede, la ginocchiera gessata, ecc ecc)
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Dettagli appunto:
- Autore: Irene Mottareale
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie
- Esame: Malattie dell'apparato locomotore
- Docente: Sanfilippo
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