Complicanze delle fratture: locali
IMMEDIATE
Esposizione delle fratture (esiste un pericolo infettivo elevato rispetto alle fratture chiuse)
Associazione della lussazione alla frattura (l’evento fratturativo è molto spesso conseguenza di un evento traumatico che può determinare la frattura ma contemporaneamente anche la lussazione, si hanno così i cosiddetti quadri di frattura-lussazione che viene ad essere una complicanza rispetto alla frattura semplice)
Lesioni viscerali (gli organi possono essere lesionati soprattutto nel caso di fratture scomposte; ad esempio frattura delle coste può provocare la lezione della pleura del polmone, la frattura del bacino invece una lesione vescicale)
Lesioni vascolo-nervose (la frattura sovracondiloidea dell’omero può provocare una lesione del nervo mediano che scorre estremamente vicino al tessuto osseo quindi anche una lieve scomposizione può venire a determinare un’interruzione di questo nervo)
PRECOCI
(- Sindrome di Volkmann)
Infezione del focolaio di frattura ( in realtà quest’infezione potrebbe essere legata strettamente all’esposizione quindi dovrebbe essere messa tra le immediate solo che per manifestarsi ha bisogno di un certo periodo di tempo ,ecco perché è collocata in questa categoria intermedia)
TARDIVE
Disturbi di consolidazione
Pseudoartrosi (significa falsa articolazione, perché è come se si venisse a determinare una nuova articolazione con possibilità di movimento dei frammenti,è la forma più invalidante e dolorosa che costituisce il danno più grave in cui la frattura non guarisce completamente infatti si parla di una mancata consolidazione)
Ritardo di consolidazione (la frattura guarisce mettendoci molto più tempo rispetto ai tempi canonici prefissati)
(cause dei disturbi di consolidazione:
-movimento interframmentario (affinché avvenga la callo genesi è necessaria l’immobilità dei frammenti)
-diastàsi (allontanamento) interframmentaria (quando in una frattura scomposta non abbiamo provveduto a riportare i frammenti alla loro posizione morfologica iniziale, che quindi sono rimasti distanti e non hanno la possibilità di potersi congiungersi)
-interposizione di parti molli (in caso di danno muscolare,alcune fibre dei muscoli possono interporsi tra i frammenti creando ostacolo al processo di callo genesi fisiologico)
-infezione del focolaio (entra in diretto antagonismo con il processo di callo genesi)
-apporto vascolare compromesso)
Necrosi asettica (morte non infettiva ma legata alla mancata vascolarizzazione del segmento scheletrico, esempio necrosi della testa de femore avviene nei soggetti anziani in cui si oblitera l’arteria del legamento rotondo e la rima di frattura interrompe tutti i vasi che ci stanno in basso, quello in alto è già obliterato per i fenomeni di aterosclerosi, ecco che la testa non è più vascolarizzata e va in contro a necrosi)
Vizi di consolidazione (nelle fratture scomposte deve essere sempre ricercata la riduzione, cioè i frammenti devono essere riposizionati nella loro posizione morfologica iniziale, non sempre però questo avviene e se è stato fatto può essere perduto nel tempo e allora i frammenti si spostano e possono dare dei disturbi di consolidazione oppure possono guarire ugualmente e dare i vizi di consolidazione con deformità di vario tipo, il cui trattamento sarà quello di ricorrere a una nuova frattura quella chirurgica in maniera tale da essere riallineati)
Artrosi post-traumatica (le fratture articolari sono più gravi rispetto a quelle extra-articolari perché vengono a stimolare un processo degenerativo che poi si manifesta a distanza di anni che dà l’artrosi post traumatica)
Rigidità articolare (mancanza della normale escursione articolare,è una conseguenza stessa del trattamento, per guarire una frattura deve essere mantenuta immobile per cui dobbiamo fare ricorso agli apparecchi gessati che bloccano l’articolazione, se però questo blocco viene ad essere protratto nel tempo ecco che possiamo avere la rigidità articolare;ad esempio una articolazione particolarmente sensibile è il gomito infatti si tende a non immobilizzarlo per più di 30-40 gg soprattutto in soggetti anziani, perchè molto spesso da problemi di ripresa funzionale)
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Dettagli appunto:
- Autore: Irene Mottareale
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie
- Esame: Malattie dell'apparato locomotore
- Docente: Sanfilippo
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