Il realismo e il sistema internazionale contemporaneo
Il realismo e il sistema internazionale contemporaneo
Alcuni studiosi della politica internazionale ritengono che il realismo sia ormai diventato obsoleto. K. N. Waltz ritiene che questo possa essere vero solo se le condizioni contemplate dalla teoria fossero veramente cambiate ⇒ la teoria verrebbe meno solo in caso di cambiamenti del sistema, non nel sistema (un esempio nella storia moderna è l’introduzione delle armi nucleari, che però non hanno alterato la struttura anarchica del sistema internazionale). Un esempio di cambiamento della struttura potrebbe essere un cambiamento della polarità del sistema, cosa che va a modificare anche il modo in cui gli Stati provvedono alla loro sicurezza.
Ma, Waltz si chiede,
Quali cambiamenti possono rendere la politica internazionale tanto diversa da rendere obsolete le vecchie teorie?
Le risposte che comunemente gli studiosi danno a questa domanda è che sono la diffusione della democrazia, l’aumento dell’interdipendenza, e lo sviluppo delle istituzioni a rendere le teorie realiste “vecchie”:
− diffusione della democrazia: la fine della Guerra Fredda coincide, secondo molti studiosi, con una nuova ondata democratica + tesi della pace democratica di M. Doyle ⇒ la riscoperta del comportamento pacifico delle democrazie liberali inter se ha rafforzato la convinzione che la guerra sia ormai obsoleta tra gli Stati industriali contemporanei.
MA, secondo Waltz, la tesi della pace democratica vale solo se si ritiene che tutte le cause della guerra siano di natura interna, dal momento che essa assume che la diffusione della democrazia neghi gli effetti dell’anarchia.
Le democrazie possono certamente vivere in pace tra di loro – Waltz non lo nega – ma anche se uno Stato diventa democratico (⇒ un cambiamento interno alle unità), ciò non cambia la struttura del sistema internazionale, che rimane anarchica.
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Per quanto riguarda questo punto, Waltz risponde che, anche se uno Stato diventa democratico, comunque non potrà mai essere sicuro che l’amico di oggi non diventi il nemico di domani. Per esempio: nel 1914, le democrazie inglese e francese combatterono contro la democrazia tedesca.
Ma c’è di più. Infatti, come ammette anche Doyle, le democrazie convivono anche con altri Stati non democratici e spesso possono entrare in guerra con loro. I cittadini di uno Stato democratico, tendono a vedere il loro paese dalla parte del Bene, semplicemente perché democratico e, viceversa, a vedere un paese non democratico dalla parte del Male, semplicemente perché non democratico.
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Le democrazia spesso entrano in guerra perché ritengono che l’unico modo per preservare la pace sia di sconfiggere i paesi non democratici, trasformandoli in democrazie. Pensando ai giorni nostri, si potrebbe sperare che gli USA si rendano conto che non danno una buona visione di sé cercando di esportare la democrazia. MA essi sono convinti proprio di quanto affermato in precedenza, e cioè che questo sia l’unico modo per mantenere la pace ⇒ ritengono che questo sia il loro dovere e che per eseguirlo possano usare tutti i mezzi a loro disposizione.
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