- APPUNTI
- SCIENZE POLITICHE
- STORIA DELL’INQUISIZIONE SPAGNOLA
Storia dell’Inquisizione Spagnola:
Appunti delle lezioni del corso “Mobilità e Diaspore del mondo moderno”, dell’Università degli studi di Palermo. Il corso tratta con attenzione delle vicende riguardanti l’Inquisizione spagnola e tutto ciò che ad essa è collegato. Facoltà di scienze politiche. A.A. 2015/2016
Dettagli appunto:
- Autore: Federica Palmigiano
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Scienze Politiche
- Corso: Mobilità e Diaspore del mondo moderno
- Docente: Giovanna Fiume
Indice dei contenuti:
- 1. La popolazione e le pestilenze
- 2. Caratteristiche, funzionamento e scopi del Santo Officio dell'Inquisizione
- 3. Inquisizione medievale
- 4. Inquisizione medievale e i “conversos”
- 5. Fasi del tribunale
- 6. Elenco del comportamento del tribunale
- 7. Il cuore del funzionamento del Tribunale: i reati e le torture
- 8. Elenco dei maggiori reati che il Sant'Uffizio spagnolo perseguita
- 9. La Stregoneria
- 10. Il Miracolo
- 11. La rinnegazione
- 12. Perché i rinnegati rinnegano?
- 13. Abiura in Sicilia
- 14. L’atto di Fede
- 15. Ultime note e puntualizzazioni
Questa è solo un’anteprima: 13 pagine mostrate su 68 totali. Registrati e scarica gratis il documento.
Storia dell’Inquisizione Spagnola di Federica Palmigiano Appunti delle lezioni del corso “Mobilità e Diaspore del mondo moderno”, dell’Università degli studi di Palermo. Il corso tratta con attenzione delle vicende riguardanti l’Inquisizione spagnola e tutto ciò che ad essa è collegato. Facoltà di scienze politiche. A.A. 2015/2016 Università: Università degli Studi di Palermo Facoltà: Scienze Politiche Corso: Mobilità e Diaspore del mondo moderno Docente: Giovanna Fiume1. La popolazione e le pestilenze Elenco pestilenze più importanti: 1300, peste terribile che diminuì la popolazione di 1/3; un’altra nel 1452; un’altra ancora nel 1577; l’ultima pestilenza nel 1735 tocca meno paesi dei precedenti e che finisce per una serie di cause su cui ancora si discute, dal momento che la scienza non sapeva ancora cosa l'avesse causata: fu poi scoperta la causa, ovvero un batterio divulgato da una pulce, portata da un topo nero. C’era infatti una convivenza tra uomini, topi neri e pulci così stretta che il batterio poteva essere trasmesso facilmente. Le società hanno un problema di demografia (demos + grafòs, cioè scrivere il numero degli uomini e quindi calcolare il numero della popolazione), un problema di natalità, causato dal fatto che non si conoscono le condizioni in cui essa aumenta. Si scopre che essa si abbassa quando cresce la popolazione, ma a questo è legata la mortalità. Dentro la società c'è il problema delle risorse, dei rapporti di produzione, ma anche il problema di come si utilizza l'ambiente: il problema del contesto ambientale è molto importante per le società: questi aspetti stanno a significare che ci sono filoni storiografici che sono nati su questi singoli aspetti. In un contesto, il gruppo fondamentale è la famiglia, all'interno del quale si riproduce la specie. La famiglia non è naturale, ma è profondamente sociale cioè legata ai contesti sociali, ed è profondamente storica, ovvero si indica il mutamento della famiglia. Dato che nulla è assoluto o universale e quindi tutto cambia, sul problema della naturalità della famiglia si dicono molte cose perché se la famiglia è naturale non si può toccare o modificare: se non si può toccare la famiglia come è in natura, allora tutto ciò che riguarda unioni civili, convivenze eccetera, sono affermazioni ideologiche contro-natura, che appartengono al dizionario della lotta politica e non reggono quando si vanno a misurare con la realtà storica del passato. Ci sono molti studi diffusi e particolari che spiegano che il modo in cui le società organizzano la propria produzione è il più vario che si possa immaginare. Questi studiosi per un tempo molto lungo cercano di capire gli usi della popolazione, spesso imparano la lingua, diventano in qualche modo osservatori partecipativi, raccontando poi quello che hanno scoperto. Ricerca condotta sulle società formate da quelle che erano chiamate coppie familiari ma che non corrispondevano a tale termine perché si trattava di società in cui la trasmissione del nome femminile, quello che si poteva definire coppia coniugale, era in realtà coppia di fratelli che appunto formavano una famiglia. Inoltre, non c'erano relazioni sessuali tra fratello e sorella, ma la sorella intratteneva relazioni sessuali con un uomo esterno alla sua famiglia, e che dava gli alimenti al bambino. Era in qualche modo un uomo "prestatore di seme". Lo studio quindi aveva trovato qualcosa che non riusciva a descrivere in modo appropriato, come una famiglia. Altra ricerca: co-matrimonio degli Inuit dell’Alaska, popolazione che vive in condizioni difficili, nei ghiacci, il loro rapporto con le risorse è estremamente difficile, in queste famiglie, le donne e gli uomini si sposavano e facevano figli, poi si lasciavano e facevano famiglie con altri uomini e donne ma senza cancellare il matrimonio precedente, c'erano una serie di co-matrimoni; non divorziavano perché era molto importante, in questo contesto sociologico, mantenere relazioni cooperative e la cooperazione era appunto Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola mantenuta dai co-matrimoni. Altro caso: in una società centro-africana c'è l'idea della moglie del villaggio, quindi una sola donna che vive sola coi suoi figli e che ha rapporti sessuali con vari uomini del villaggio, ma questa donna non viene considerata prostituta. Le tribù degli afro-americani invece hanno matrimonio che sembrano fare famiglie più o meno simili alle nostre, ma hanno anche un terzo genere, che chiamano “two spirits”: teoria dei due spiriti, quello maschile e quello femminile e viene considerato una persona pregevole nella comunità perché partecipa a due nature diverse. Questa personalità può sposarsi o con una donna o con un uomo, quindi vi è il cd. matrimonio dello stesso sesso. Ultimo caso: poliandria fraterna in cui, quando si vuole limitare il numero delle nascite in un contesto, un gruppo di fratelli sposa un'unica donna. La famiglia, il matrimonio come noi lo conosciamo è una istituzione occidentale. Nell’istituzione romana, il papa è anche il re, perché capo dello Stato Pontificio. Anche il papa agisce non solo in qualità di capo religioso, ma anche come capo politico. Non casualmente, le condanne del tribunale vengono eseguite da delegati dal papa. Nell'età moderna c'è una ambiguità molto forte tra Stato e Chiesa, tra politica e religione che, intrecciati per molti secoli, hanno creato mostri, situazioni spregevoli, dal punto di vista di chi pensa che esista una libertà individuale molto preziosa, libertà delle proprie convinzioni religiose, senza che questa venga discriminata e condannata come eretica. Esiste una religione giusta? Per il Sant'Uffizio sì, perché per questa istituzione le religioni ebraica, musulmana, protestante, sono delle sette oppure eresie. Noi veniamo da secoli in cui qualcuno si è arrogato il diritto di dire come ciascuno doveva pensare al suo Dio o alla sua salvezza spirituale in modo giusto. Il dubbio religioso veniva considerato un reato, non un peccato. Gli uffici giudiziari della città di Palermo erano situati all'interno del palazzo Chiaramonte. Nel 1604 il tribunale fa costruire carceri segrete, per il bisogno di ampi spazi. Nel 1782 il tribunale siciliano viene abolito: a piazza armerina si fa un enorme falò del sant'ufficio ad eccezione dei documenti economici, quindi tutte le carte giudiziarie vengono distrutte. Da quel momento, vengono adibiti questi locali a uffici giudiziari. Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola 2. Caratteristiche, funzionamento e scopi del Santo Officio dell'Inquisizione Il Santo Uffizio (o Tribunale o Inquisizione) è un tribunale di fede istituito per lottare contro le eresie (un gruppo di persone che assolvono il santo uffizio, il compito sacro di inquisire gli eretici). Quando si sente l'esigenza di istituire una magistratura? La risposta non è solo una, ma sono diverse a seconda di che si parli della Spagna, del Portogallo o degli antichi Stati italiani (non si parla di Italia) ovvero Stati della penisola italiana, una moltitudine di formazioni politiche dentro la penisola. Questa esigenza quindi avviene secondo cronologie diverse. La prima, la più antica è quella spagnola: l'Inquisizione spagnola viene istituita nel 1478. Quando si parla di "Tribunali di nuova istituzione" la domanda che sorge spontanea è "come venivano punite prima le eresie?"; nel medioevo ci sono state famose eresie che hanno prodotto vere e proprie crociate contro di esse. Chi svolgeva il compito di reprimere gli eretici, prima di questi tribunali? Erano i vescovi o delle persone particolarmente dotte, teologi, che venivano inviati dal papa: ad esempio, il papa decide che in alcuni territori tedeschi c'è una eresia che va assolutamente repressa e invia un suo "legato", una persona incaricata dal pontefice a questo scopo. Il legato viene anche chiamato "nunzio papale", cioè uno che "annunzia" la volontà del papa, che in qualche modo manda un suo sostituto, un suo vice. Nel periodo medievale si parla di "Inquisizione legatina", cioè una Inquisizione svolta o dal vescovo del luogo oppure da un legato papale (teologo o comunque uno che di eresia ne capisce, un esperto). I teologi possono essere sacerdoti ma anche (e sono per lo più) frati appartenenti a ordini religiosi di cui il più utilizzato è l'ordine dei predicatori di San Domenico/domenicani. Essi sono un ordine molto colto e studioso, per questo saranno proprio i domenicani a definirsi tali in quanto "domini canes" cioè si sentono i cani da guardia di Dio, della fedeltà alla fede. È un ordine di grandi intellettuali dell'epoca che insegnano all'università, che scrivono libri, che sono anche predicatori: molto spesso infatti vengono definiti come "l'ordine dei predicatori" perché hanno, come scopo del loro ordine, quello di "predicare il verbo di Dio" e da qui "predicatori", non solo perché sono uomini da scrivania, intellettuali; il loro sapere lo esternano nella conversione alla fede. Successivamente, nel '500, quando si costituisce l'ordine dei gesuiti, anche questi verranno coinvolti nelle attività dell'Inquisizione. I gesuiti sono stati fondati da Sant'Ignazio di Loyola, è un ordine che nasce nel fuoco della controriforma contro i luterani, perché Ignazio era un guerriero, ha preferito rischiare la morte, ha un percorso spirituale molto intenso che lo porterà a un altro ordine e voto, quello di ubbidire ciecamente alla volontà del papa, quindi si mettono a disposizione del pontefice dicendo "noi siamo qui, faremo tutto il necessario fino al versamento del sangue" (usque ad sanguinis versatione); questi quindi sono disposti anche a farsi uccidere, senza giudicare o chiedere nulla al papa, solo pura obbedienza. Da qui poi nascerà l'ordine religioso molto potente dalla seconda metà del '500, che contribuirà all'organizzazione delle prime scuole/collegi, per istruire i figli dell’élite. Come si istruiva la popolazione europea prima del collegio: le famiglie più agiate avevano gli istitutori, cioè maestri che venivano chiamati nelle case e dovevano istruire i ragazzi maschi delle famiglie; questi Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola venivano quindi istruiti nelle lettere e anche nella spada, mentre le donne venivano istruite nella musica, nel canto, nelle buone maniere, oltre che un minimo di saper leggere e scrivere, molte di queste ragazze poi divenivano lettrici. Le classi popolari invece venivano istruite con l'apprendistato, una grande scuola popolare in cui una persona diventa apprendista presso qualcuno che esercita un mestiere, come gli artigiani, i quali insegnano ai più giovani; andare da un maestro assicurava conoscenze base e tutti quanti dovevano passare attraverso questa forma di apprendistato, molto diffuso perché conduceva i ragazzi verso la professione di un determinato mestiere. Gli apprendisti vivono con il maestro, perché la famiglia dà il proprio figlio a un maestro apprendista e patteggia gli anni dell'apprendistato e il tipo di carriera. L'aspirazione è che, dopo i primi anni in cui i bambini fanno i servi, poi cominciano a partecipare al lavoro fino a quando, finito l'apprendistato, il giovane uomo può diventare a sua volta un maestro nella sua arte. Questa cosa non è automatica perché il numero di maestri è contingentato: significa che non tutti possono diventare maestri perché il numero di maestri arte per arte, a seconda delle varie professioni, viene stabilito dalle autorità cittadine e dalle corporazioni di mestiere (decidono i prezzi delle materie prime, il numero dei maestri, i luoghi dell'approvvigionamento), queste corporazioni sono quindi organizzazioni che controllano la produzione e il mercato. Quando l'apprendistato non si può concludere così come nelle aspettative, viene utilizzata molto frequentemente una scorciatoia, cioè quella di sposare la vedova di un maestro: i maestri morivano e lasciavano le vedove detentrici di quell'arte che viene occupata dal secondo marito della donna. Questi i modi in cui si trasmetteva il sapere. Per altri tipi di conoscenze, le principali, occorre sapere il latino, per chi aspirasse a fare qualcosa di più importante, che non sia un mestiere normale. Il latino era insegnato dai sacerdoti ai bambini che vogliono entrare in sacerdozio, occupazione molto diffusa. I sacerdoti di un tempo erano molto diversi: bisogna aspettare il concilio di Trento, dove ancora i sacerdoti venivano accusati di essere emulanti, non sanno dire correttamente la messa, vengono accusati di non vestire un abito che li faccia riconoscere, dato che non hanno un vestito diverso da quello nero che avrebbero dovuto portare, vengono accusati di essere sposati o di concubinare (convivere con una donna o più donne), vengono accusati di gioco d'azzardo, di essere ubriaconi, partecipare a risse. Fare il sacerdote era dunque una carriera nella quale non si rinunciava a granché rispetto al voto che prendevano. All’interno delle cattedrali, venivano istituite delle scuole dove si insegnava il latino; erano scuole molto poco igienizzate e talvolta, dopo la messa, ci si metteva davanti la chiesa con delle balle di fieno e su di esse sedevano gli studenti, il sacerdote leggeva i salmi, il vangelo e i ragazzi dovevano ripeterlo con lui, imparandolo a memoria (la trasmissione orale era una forma di apprendimento prioritaria rispetto a quella scritta). In queste scuole cattedrali ci sono insieme tutti i livelli di istruzione. I gesuiti decisero di organizzare prima di tutto un luogo fisico, quindi il collegio (ad esempio, il Collegio massimo gesuitico di Palermo accanto alla Cattedrale), con i convittori o i semiconvittori, in cui le persone sono divise per classi di apprendimento. Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola Dunque interrompono la pratica della simultaneità dell'apprendimento (come nelle scuole cattedrali), mentre nelle scuole gesuite vi è la divisione per classi secondo il livello di istruzione da raggiungere; inoltre era prevista la lontananza dalla famiglia e soprattutto la trasmissione del sapere attraverso la disciplina. Nei collegi si viveva come nei monasteri; nei collegi e poi nelle università la disciplina si insegnava attraverso quella che per noi sarebbe ora "violenza fisica", attraverso uno strumento specifico chiamato "fevula", un righello piatto con un cerchio all'interno del quale c'è un foro: con questo strumento venivano violentemente battute le natiche dello studente punito pubblicamente; il foro creava poi una vescica che, continuando a percuotere, scoppia facendo molto dolore. La disciplina era ferrea, monastica, con punizioni corporali. A questo si aggiunge una intensa educazione religiosa. I gesuiti, grandi intellettuali, attirano le famiglie d'élite e, attraverso i collegi, reclutano tanti giovani attratti dalla comunità dell'ordine, e chiedono poi di restare per diventare a loro volta gesuiti. I gesuiti sono anche un ordine missionario; la loro cultura li rende molto curiosi delle realtà lontane dall'Europa, per cui quando si ritrovano ad andare nel "Nuovo Mondo" e saranno proprio i gesuiti che accompagneranno i portoghesi nell'esplorazione e nella conquista del territorio, i gesuiti sono i primi a porsi il problema di conoscere le società, scoprono realtà antropologiche, ponendosi problemi riguardanti il modo attraverso cui considerare queste persone, cioè se fossero infedeli o no. In realtà gli infedeli erano i musulmani o gli ebrei che, avendo conosciuto il messaggio di Dio, l’avevano poi rifiutato; si chiedevano come fosse possibile che il messaggio di Cristo non fosse arrivato fin lì, perché, da Vangelo, tutto il mondo conosce messaggio di Cristo, e questi non l'hanno conosciuto. Allora come bisognava considerarli? Infedeli oppure no? Le caratteristiche di queste persone, pur essendo contrastanti con la concezione europea e cattolica, tuttavia non erano facilmente catalogati. Ad esempio, queste popolazioni stavano nudi, e la Chiesa reputa la nudità un peccato, la abolisce (non ci si lavava o se lo si faceva, vestiti con una veste lunga fino ai piedi; il lavarsi comportava il contatto con parti del corpo, che nel momento del lavaggio vengono stimolate sessualmente, con effetti disastrosi per l'animo, come nel caso dell'autoerotismo, che possono condurre ad accendere il desiderio e alla ricerca della soddisfazione di questo desiderio con le relazioni sessuali; di conseguenza, era meglio non lavarsi). Nella loro nudità, queste persone erano innocenti, non succedeva nulla di quello che si pensava ad associare con la nudità. Come forma di ospitalità molto spesso venivano offerte le donne alle persone che vengono da fuori, come modo di dichiarare una buona accoglienza agli estranei e una buona disponibilità d'animo di chi li riceve. I gesuiti dunque si trovarono di fronte a questi atteggiamenti che non capiscono ma che vogliono e devono capire: la cosa molto interessante della cultura gesuita è quella di non giudicare e soprattutto insistere molto sulla misericordia, perché questa è caratteristica di chi non si pone nell'atteggiamento del giudice, ma si pone nell'atteggiamento della comprensione del terrore. I gesuiti dunque sono i primi che si pongono il problema di imparare la lingua di quella gente per poter dialogare, mentre finora gli altri conquistatori hanno sempre cercato di insegnare a qualcuno del luogo la lingua, in modo che potessero fare da traduttori. Queste popolazioni hanno una religiosità superstiziosa, e hanno bisogno di missioni interne per la conversione, chiedono di andare in India (Indie occidentali), perché spesso lì ci si andava a convertire. Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola 3. Inquisizione medievale Quando si parla di Inquisizione medievale, si parla di persone colte che diventano legati del papa e vengono mandati a giudicare le eresie. È un mandato espresso che viene assegnato a un vescovo o a un religioso per istituire dei processi su fenomeni che si sono verificati in una certa zona. Chiudendosi questa era, l'Inquisizione scompare, così come la sua attività e poi, quando si aprirà un nuovo focolare, il papa manderà qualcun'altro. Questa è l'Inquisizione medievale, una forma di inquisizione esistita per tutti quei secoli. Ad un certo punto però si pone l'esigenza di strutturare una magistratura permanente. Prima, finito quel Sant'uffizio dell'Inquisizione, sulla repressione dell'eresia di un determinato luogo, dopo la condanna, si sbaracca e si organizza un sant'uffizio dell'inquisizione alla prossima udienza. Quello che succede nel 1478 invece è un'altra cosa, perché si decide per un tribunale permanente. Esso viene richiesto da Ferdinando e Isabella, i cattolicissimi re e regina di Spagna. Per quale motivo? Quale eresia c'era in Spagna in quel momento? Il tribunale in Spagna nasce in funzione anti-ebraica: in realtà gli ebrei erano passati indenni dalla peste nera del 1347/48 in Europa, perché normalmente, in caso di eventi così traumatici si cerca un capro espiatorio, colui che ha delle differenze tali da essere individuato e su questo si creano delle credenze (esempio, la credenza degli untori raccontata da Manzoni nei Promessi Sposi, coloro che spalmavano i banchi delle Chiese con una materia appestante). Credere alle "credenze" produce paura e la ricerca del responsabile, ricerca che in generale fa scattare ed esplodere tutti i conflitti interni in una società. Se ad esempio c'è un gruppo di persone che hanno litigato tra loro per ragioni di confini non rispettati o per questioni di debiti non restituiti, da questo conflitto nasce l'accusa di essere un untore o comunque il responsabile del reato che si persegue. La stregoneria, in qualche modo, si basa su conflitti infra-comunitari. Gli ebrei quindi erano scampati alla peste perché, durante il periodo della peste nera, la ricerca del capro espiatorio poteva condurre verso gli ebrei che erano una minoranza, e invece no. Dopo quegli anni, serpeggiava un certo antisemitismo nella Spagna: nel 1391 a Siviglia ci furono delle persecuzioni molto severe contro gli ebrei, tanto che vennero uccisi. Ancora successivamente, ci fu un famoso processo, chiamato "niño della guardia" in cui un bambino cristiano sarebbe stato ucciso dagli ebrei perché, con l'assassinio di questi bambini, drammatizzavano in maniera sacrilega il sacrificio dell'ostia consacrata: così come nell'ostia c'è il corpo e il sangue di Gesù, questi versavano il sangue di un bambino per poter consumare l'ostia attraverso un cerimoniale molto complicato che implicava anche l'uso di ostie. Gli ebrei dunque vengono accusati di aver rapito, preso e ucciso questo bambino; il processo durò molto e infine terminò con condanne esemplari. C'è dunque questo atteggiamento di antisemitismo che viene stimolato da preti francescani, che in questo momento sono particolarmente scatenati contro gli ebrei, perché l'ebreo è un popolo omicida, sono coloro che hanno ucciso Gesù Cristo. C'erano ovviamente anche ragioni economiche sottostanti a questo serpeggiante antisemitismo: la ragione è che gli ebrei erano un gruppo elitario che stava in Spagna da secoli, si tratta di ebrei spagnoli che svolgono Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola attività molto importanti. Gli ebrei sono un popolo migrante, e questo loro migrare fa sì che conoscano molte lingue, fa sì che abbiano amici e parenti, conoscenti in varie parti del bacino del Mediterraneo, fa sì che le loro attività principali, che sono quelle di interpreti, mercanti e cambia valute, ne fa dei prestatori di denaro. Prestare denaro ad usura, cioè ad altro interesse, era proibito dai cattolici: i cattolici non potevano prestare denaro, questo significava lasciare in mano agli ebrei tutta l'economia, e quindi gli ebrei erano i "banchieri" di quei tempi. Attraverso questa loro ricchezza liquida, derivante dal prestare denaro (anche al re), si arricchiscono e possono comprare le cariche pubbliche. In primis, la carica di riscossori di tasse: le tasse venivano riscosse dagli ebrei. Riscossori di tasse, mercanti, prestatori di denaro erano i mestieri degli ebrei. Inoltre, gli ebrei erano cultori di astronomia e di astrologia, erano traduttori (sono stati gli ebrei a tradurre dall'arabo al latino le opere degli scrittori greci classici che si sarebbero perdute se non fossero state tradotte in arabo dagli arabi). Nel 1449, viene approvato il cosiddetto statuto di Toledo, una legge, un regolamento che decreta nella città di Toledo e da lì andrà ad espandersi per tutta la Spagna. In esso, si stabilisce di escludere gli ebrei dalle cariche pubbliche. "Tutti i convertiti ascendenti dalla perversa razza degli ebrei, comunque si presentino, a causa di eresie e di atri peccati, offese e crimini commessi fino ad oggi, devono essere considerati così come stabilisce la legge, infami, inabili, incapaci e indegni di ricoprire qualsiasi carica e di godere di benefici pubblici o privati nella città di Toledo. Se ricoprissero cariche pubbliche, potrebbero conquistare la supremazia sugli schiavi, che sono credenti della santa fede cattolica, e arrecare loro danni e sofferenze. Siano perciò ritenuti ignobili, inabili e incapaci di dare testimonianza sotto giuramento come scrivani o testimoni, (...) noi ordiniamo che siano privati di qualsiasi carica o beneficio." Gli ebrei dunque non possono accedere a cariche pubbliche, perché sono dichiarati infami, inabili, incapaci e indegni. Queste parole non hanno il senso comune che noi ne ricaviamo, perché la "inabilità" o la "infamia" è una categoria giuridica: infami sono quelli che godono di cattiva fama e in quanto tali, non possono testimoniare in giudici; infami sono tutta una serie di categorie di cui gli inabili dal punto di vista del giudizio di cui fanno parte anche le donne, anche loro sono inabili a partecipare, ad adire in giudizio; esse possono far causa a qualcuno solo tramite il loro parente uomo più prossimo, o tramite un procuratore: se una donna deve citare in giudizio chiunque, non può farlo direttamente perché è un "sexus imbecillis" cioè non hanno capacità giuridica e questo sta facendo lo statuto di Toledo, perché sta togliendo qualunque capacità giuridica, ma la cosa più importante è togliere gli uffici pubblici, oltre ad altre capacità come non poter testimoniare o citare in giudizio. Da questo statuto proviene il concilio che vale nella Spagna di tutti i secoli dell'età moderna, della "limpieza de sangre" ovvero la limpidità del sangue, che è tipico dei "christianos viejos" ovvero i vecchi cristiani, coloro i quali hanno i 4/4 di cristianità: esattamente come si calcola la nobiltà, si calcola anche l'appartenenza alla religione; un vero nobile ha due parenti materni e due parenti paterni, quindi ha quattro pro-genitori, questi devono essere tutti e quattro nobili, per essere l'erede un vero nobile, un grande di Spagna. La stessa cosa accade per la cristianità, perché entrambi i nonni paterni e materni devono essere stati cristiani. Il problema che si pone in questo statuto è che, nel frattempo nei secoli, molti ebrei si erano convertiti e si chiamano "conversos": ebrei convertiti, che cambiano religione e diventano cristiani e si battezzano; il Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola battesimo infatti caratterizza l'appartenenza alla religione cattolica. Un conversos discendente da genitori o da nonni ebrei, non è un cristiano "viejo", ma solo "cristiano nuevo", cioè un uomo cristiano da poco, da una generazione o più generazioni. Gli spagnoli, per estromettere questa concorrenza che gli ebrei convertiti facevano ai cristiani, escludevano chi ha il "sangue sporco, macchiato", di una macchia religiosa. Nel documento precedente, si dice che "i conversos discendono da una perversa razza di ebrei", esiste quindi una "razza" ebraica. In questo momento si vedrà fare una cosa che poi verrà fatta con gli africani successivamente, ovvero l'atto di "naturalizzare una caratteristica sociale o religiosa": ad oggi, essere ebrei, musulmani o cristiani è una caratteristica culturale e religiosa, dato che la religione fa parte dell'ampia sfera delle culture, pertanto ad oggi non esiste una "razza" cristiana o ebraica o musulmana, sarebbe una contraddizione ma non era così allora, perché in quel momento stavano facendo una operazione straordinariamente importante e di lungo periodo, ovvero quella di "razializzare" che diventa un elemento della natura di quelle persone; sono persone che hanno una natura speciale, che le fa una razza a parte. All'interno dello Stato spagnolo, che è in un momento di pre-conquista, ci sono razze estranee, ovvero gli ebrei e i conversos. Razializzare significa naturalizzare, cioè rendere biologico un elemento che invece è culturale: se è biologico, non cambia, ma se è culturale sì. Questo significa rendere assolto l'aspetto che si dà fisso e caratterizzante a una serie di persone. Inoltre, una caratteristica della pelle (come i neri), verrà usata come elemento di razializzazione, così come per la razza ebraica. La religione diventa un elemento identitario assoluto, dunque è possibile operare una spartizione tra razze. Questa cosa farà sì che gli ebrei e i conversos che prima erano dappertutto, pian piano verranno esclusi dalle università, dagli ordini religiosi, dalle cariche pubbliche, dalle cattedrali, da tutti i luoghi pubblici. Nel 1478 i due sovrani ottengono dal papa Sisto IV l'autorizzazione a istituire il Sant'Uffizio contro la minaccia ebraica. Il re ha anche il potere di nominare gli inquisitori: questo fa la differenza tra l'Inquisizione spagnola e tutte le altre Inquisizioni, perché mentre tutte le altre rispondono al papa, questa Inquisizione risponde al re perché è lui che nomina i suoi magistrati. Essi sono tre, e formeranno poco dopo l'istituzione del 1478 (alcuni anni dopo), la Suprema e Generale Inquisizione con sede a Madrid, fatta da tre giudici il capo dei quali si chiama Tomàs de Torquemada, figura di straordinaria importanza dell'epoca, per la quale il tribunale organizza una serie di tribunali nei vari distretti di Spagna, e tutti i tribunali o nei vice-regni spagnoli rispondono alla Suprema. I giudici religiosi di questi tribunali di fede, sparpagliati nel mondo rispondono alla Suprema di Madrid, la quale a sua volta risponde al Re. È il Re a nominare gli inquisitori, e questa cosa fa sì che l'Inquisizione sia un organismo obbediente al re e questa obbedienza farà sì che l'Inquisizione sia un soggetto importantissimo nell'opera di unificazione dello Stato spagnolo, e ha uno slogan: "un rey, una fè, una ley" cioè un re (che rappresenta lo Stato e lo sta unificando), una fede (unica fede alla quale il re deve ubbidire, la fede cattolica, di cui il re è il portabandiera), una legge (alla quale il re deve ubbidire). Si crea tra religione, Stato e legge un intreccio molto stretto, tale per cui gli inquisitori saranno il pilastro della Corona, della monarchia spagnola e finiranno per giudicare tutti i reati che sono di fede alla luce della obbedienza produttiva, ciò significa che le eresie finiscono per diventare reati di lesa maestà. Essere di una Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola religione diversa significava essere un nemico del re. In qualche modo, il Sant'Uffizio diventa un tribunale politico, perché gli eretici sono considerati traditori della Corona. Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola 4. Inquisizione medievale e i “conversos” Avvengono una serie di eventi di carattere sociale, religioso e politico che condurranno all'istituzione del Sant'Uffizio. Quello spagnolo in particolare, ha sostanzialmente il carattere di epurazione di una minoranza religiosa: gli ebrei. L'inquisizione contro le eresie è risalente al periodo del Medioevo, quando essa era un ufficio santo, era un compito/incarico svolto dai religiosi che potevano appartenere al clero regolare, se erano frati, oppure al clero secolare se erano preti: per lo più, erano frati, ma spesso anche i frati potevano anche essere sacerdoti. Il papa dunque incarica dei teologi a risolvere un problema emerso in un luogo circoscritto, luogo nel quale poi manda i suoi legati: Inquisizione legatina = Inquisizione medievale organizzata e allestita in maniera temporanea, in un determinato luogo, esercitata da "legati" del Papa, ossia suoi rappresentanti ("nunci"), che espletano il compito di giudicare per conto del Papa. Il salto del 1478 coincide con la creazione di un tribunale permanente, una magistratura stabile. Prima di questa data, gli inquisitori erano mandati nel luogo a giudicare sul caso, e poi tornavano ad essere frati o teologi, alle loro mansioni. Con la creazione di un tribunale permanente invece, gli inquisitori vengono nominati dal Re, non dal Papa: concessione che Sisto IV (papa francescano) dà al Re di Spagna per premiargli l'innumerevole sforzo fatto in seguito alla guerra contro i Saraceni provenienti dalla penisola iberica. 1583: viene organizzata la Suprema e Generale Inquisizione, normalmente chiamata la "Suprema", il cui nome completo è "Consiglio della Suprema e Generale Inquisizione" (Consejo de la General y Suprema Inquisiciòn). Essa ha sede a Madrid, nella capitale a fianco del Re e il primo grande inquisitore si chiamò Tomàs de Torquemada. Il tribunale, in verità, non era contro gli ebrei in quanto tali, ma era contro i conversos, ovvero contro gli ebrei che si erano convertiti (si erano fatti battezzare), diventando "christianos nuevos". Le ragioni di questa "persecuzione" verso gli ebrei convertiti sono economiche, per il ruolo rilevante degli ebrei nella società, ma ci sono anche ragioni di tipo politico, come l'unificazione sotto un unico re, un'unica legge e un'unica religione in questo stato che stava nascendo, e c'è questa propaganda che i predicatori, soprattutto francescani fanno, contro il re. Essi aizzano, arringano la folla contro questo popolo omicida; la folla comincia ad aver paura di persone che sono sempre state loro vicine; le comunità si spaccano. Tra l'altro, i conversos in quanto tali possono sposarsi con cristiani, mentre gli ebrei non possono farlo, quindi ci sono una serie di matrimoni misti. Tra i conversos ci sono molte persone convertite realmente, che non l'hanno fatto per opportunismo, ma perché appunto si sono profondamente convertiti alla religione cattolica. Perfino del primo arcivescovo di Granada, Hernando de Talavera, come Ignazio da Loyola, si sospettava la provenienza conversa, sebbene possa sembrare assurdo. Ancora, Tomàs de Torquemada, interprete principale della repressione contro i conversos era il nipote di un cardinale convertito. Si creano insomma intrecci molto profondi tra la popolazione, per quanto nei decenni precedenti, c'erano stati gli Statuti di Toledo nel 1449, secondo cui gli ebrei dovevano essere cacciati da tutti i luoghi di responsabilità o, ancora, Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola il caso de "il nino de la guardia" ossia un processo farlocco, sul nulla, perché questo bambino martirizzato non è stato mai più trovato, probabilmente non è mai esistito per cui è stato un processo creato sull'onda dell'odio nei confronti degli ebrei. Si comincia a parlare dell'omicidio rituale/pasqua di sangue degli ebrei. C'è una geopolitica all'interno del regno, ci sono degli agitatori (i francescani e altri predicatori) che seminano il disprezzo nei confronti dei conversos; ci sono stati, subito dopo gli statuti di Toledo, le organizzazioni delle giudecche/ giuderie (judios/juderìa), ovvero i quartieri dove gli ebrei dovevano stare rinchiusi di sera, dotati di cancelli. Stessa cosa valeva per i Musulmani che dovevano stare dentro le morerìe, dal momento che i musulmani vengono chiamati Mori. C'è quindi una situazione di segregazione nei confronti di questi, fino ad arrivare ai momenti di maggiore tensione sociale, quando si arriva ad imporre dei segnali particolari, perché si riconoscesse ad occhio l'ebreo: questo portava una cintura gialla al braccio. Erano quindi dei simboli/segni di riconoscimento. I francescani, in particolare, temevano lo stare insieme o, come la chiamavano, la "permixtio": quando una società ha tante componenti, è ovvio che si formi la permixtio perché la gente stava insieme, le famiglie si riunivano, si mescolavano, attraverso anche escamotage (infrangere le regole tutti insieme) come il fatto che in teoria gli ebrei non potevano avere servi o apprendisti o schiavi cristiani, non erano possibili matrimoni misti. Erano una serie di sotterfugi in cui anche conversioni di facciata poi finivano per favorire tutto ciò. I francescani dunque temevano che le conversioni degli ebrei non fossero sincere, ma che fossero tutte di natura opportunistica, per evitare quindi di essere espulsi dalle cariche maggiori, evitare il rigore di vivere dentro la giuderia. Temevano che questi conversos, nel profondo del loro cuore, fossero rimasti legati alla loro antica religione. In questo senso vengono molto temute e non credute soprattutto le donne perché esse erano considerate come quelle che trasmettono la religione antica con il latte: c'è una sorta di figliazione nella cura della prima infanzia, attraverso il contatto stretto tra madre e i figli si trasmette insieme alla lingua (la lingua madre è quella che si impara per prima) anche la religione. Molte delle pratiche rituali e culturali delle religioni ebraica e musulmana sono legate per esempio alla privazione del cibo, alla celebrazione e feste in determinati giorni, e sono soprattutto le donne ad avere un ruolo importante sia nelle cerimonie sia nel trasmettere la religione ai propri figli. Si temeva dunque che le donne fossero il punto debole di questa catena di conversione, derivato anche dal fatto che le donne parlavano meno il castigliano rispetto agli uomini, non capivano le prediche in Chiesa, non si confessavano perché non si sapevano esprimere adeguatamente. Questi conversos erano dei cristiani all'esterno ed ebrei nel profondo del cuore. La stessa cosa veniva detta ai musulmani convertiti, chiamati "moriscos": proprio come i conversos e i "marranos" (ex ebrei, ora cristiani convertiti in Portogallo), essi sono "christianos nuevos de moros" ovvero "cristiani nuovi" che provengono dalla religione musulmana. Questo timore da parte dei parroci della Chiesa aveva ragione di esistere? Era giusto pensare che la loro conversione fosse solo di facciata? È probabile che fosse così, sebbene bisogna pensare a una situazione in cui non si poteva esprimere chiaramente la propria fede religiosa. Era una situazione in realtà non nuova, ma risale alla Chiesa primitiva, quando i primi cristiani erano una minoranza in una società pagana e, in molte circostanze, non potevano manifestarsi come cristiani e, quando lo facevano, venivano martirizzati. Il fenomeno dunque esiste anche successivamente e prende il nome di NICODEMISMO: bisogna Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola nascondersi e dissimulare. Periodo 400/500 in Europa siamo in piena lotta religiosa, delle guerre di religione, è l'Europa della Riforma e della Controriforma la quale è piena di dissimulatori: coloro che non osano o non possono esprimere le loro vere condizioni religiose perché temono una reazione violenta, perché segue convinzioni religiose diverse da quelle dominanti. Anche i cristiani dissimulavano e questo fa meno impressione rispetto a una dissimulazione di conversos o moriscos. Agli inizi del '600 a Napoli viene pubblicato un libro dell'autore Torquato Accetto, chiamato "Della Dissimulazione Onesta": è un panegirico (elogio) alla dissimulazione, in cui si dice che la dissimulazione è una cosa utile e onesta; chi non sa dissimulare, non sa vivere perché non dire la verità significa evitare conflitti e tiene insieme la società; la dissimulazione è nemica del vino, è la forma esteriore, il modo di presentarsi di ciascuno, che non deve corrispondere con le proprie convinzioni profonde (una cosa è quella che dico, un'altra è quella che sento). Un esempio di dissimulatori sono i rinnegati, una categoria di perseguitati del Sant'Uffizio: sono cristiani diventati musulmani, perché convertiti all'Islam; questi davanti al Tribunale diranno sempre che, nonostante la conversione all'Islam, nel profondo del cuore hanno sempre mantenuto intatta la fede della "vera religione", quella cattolica. C'è quindi un conflitto nel '500/600 tra bocca e cuore, dal momento che si può accedere alla consapevolezza di una persona solo attraverso quello che dice, ma nessuno può davvero conoscere il cuore dell'uomo, che infatti è "nascosto, ben custodito nel corpo dell'uomo" (Accetto). Da parte cattolica, ci fu l'esperienza della dissimulazione e ne abbiamo la prova con Accetto che appunto fa l'elogio della stessa. Non possiamo meravigliarci quindi se gli ebrei dissimulavano, quando lo facevano. Non sembra improbabile che lo facessero e non possiamo meravigliarci che a loro volta lo facessero anche i musulmani (moriscos), i quali avevano una giustificazione teologica sulla dissimulazione, chiamata Taqujia (parola araba corrispondente alla dissimulazione) presente nel Corano, attraverso cui il credente può non manifestare la sua fede, ad esempio nel caso in cui in un determinato luogo non potesse farlo. Ci si accorgeva facilmente della dissimulazione sia nel caso dei conversos che dei moriscos, perché ad esempio i giorni rituali cambiano nelle tre religioni: per i cattolici è la domenica, per gli ebrei è il shabbat, per i musulmani è il venerdì. Questi conversos e moriscos manifestavano delle ritualità in determinati giorni: per lo shabbat ad esempio non si lavora, non si fa nulla (neanche si cucina), dunque se qualcuno vede che di sabato una determinata persona non fa nulla ma mette abiti puliti, si desume che quello sia ebreo; se qualcuno non beve vino, si desume che sia musulmano; se ci si lava, sorge il dubbio che quella determinata persona stia facendo il lavacro rituale che fanno i musulmani prima di fare la loro preghiera; se una determinata persona, nel preparare la carne, fa uscire dall'animale tutto il sangue, si deduce che quella persona sia ebrea o musulmana, perché per mangiare questi animali occorre che siano macellati in una certa maniera; se qualcuno non mangia maiale oppure suona certa musica, appartenente a riti particolari, se si seppellisce qualcuno in una determinata maniera: questi erano tutti segnali che potevano benissimo indicare la presenza di una persona di religione diversa. Tutto questo viene usato come testimonianza per una persona che poi viene accusata davanti al tribunale del Sant'Uffizio, e la persona viene denunciata come cripto-ebreo o come cripto-musulmano. Per il cripto-islamismo e il cripto-giudaismo vennero inquisite Federica Palmigiano Sezione Appunti Storia dell’Inquisizione Spagnola