Istinto di autoconservazione per Spinoza
Considera l’uomo come un dato della natura che ritrova nella sua potenza, nel suo istinto di autoconservazione, nella volontà di vita, la causa di tutti i suoi comportamenti. Nello stato di natura l’essere dell’uomo si identifica con la sua potenza. Gli uomini sono tutti uguali in quanto tutti si determinano sulla base del puro istinto e non può esistere distinzione tra bene e male, giusto o sbagliato. Gli uomini dominati da un solo istinto di autoconservazione, vivono in uno stato di guerra continua, in balia della sorte, senza possibilità di garantire il proprio futuro. Questa situazione convinse gli uomini che l’unico modo per sottrarsi a questa situazione era di associarsi per provvedere collettivamente a ciò che è necessario alla sopravvivenza.
La differenza tra la concezione del contratto sociale di Hobbes e quello di Spinoza sta nel fatto che per Spinoza la formazione della società civile avviene mediante la costituzione di un potere comune che deve essere esercitato sulla base della volontà di tutti. La natura della società politica è essenzialmente democratica in quanto gli uomini costituiscono la società in vista della utilità di ciascuno e di tutti e per sottoporre il proprio comportamento alla guida della ragione. Se la società si fonda sulla ragione non si può affermare che gli uomini si determinino nel loro com’portamento solo mediante la ragione: nell’uomo permangono gli istinti e le passioni che sono i veri moventi delle azioni. Se potessero manifestarsi con piena libertà provocherebbero la distruzione della società.
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Autore:
Filippo Amelotti
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia delle dottrine politiche
- Docente: Lazzarino
- Titolo del libro: Storia delle dottrine politiche
- Autore del libro: M. D'Addio
- Editore: ECIG
- Anno pubblicazione: 2002
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