Hegel 1779 – 1831: rapporto religione e politica
Primi interessi si riferiscono ai problemi dei rapporti tra religione e ordine politico.
Scrive “religione popolare e cristianesimo”, “la vita di Gesù”, “la positività della religione cristiana”.
Considera il Cristianesimo come religione positiva cioè come formula di fede e regole di vita che il credente accetta in quanto dettate dall’autorità della chiesa. Al Cristianesimo come religione positiva contrappone un Cristianesimo che si esprime sul piano della pura morale quale può essere individuata e riconosciuta dalla coscienza e dalla ragione dell’uomo. La tendenza a considerare la religione, i costumi, il popolo, la società, lo stato come una totalità ha il suo centro unificatore nella religione.
La religione è il modo d’essere originario dello stato nel quale si fonda ciò che caratterizza e distingue la comunità, ciò che fa l’unità vivente che è il popolo. La religione contiene in sé tutti i modi d’essere del popolo i quali si realizzeranno nella storia. La religione è il destino del popolo.
La storia del popolo ebraico è l’esplicazione della sua religiosità che fa tutt’uno con i suoi costumi e tradizioni che è la ragion d’essere della comunità. Dio è venerato come il dio di Israele che istituisce con il popolo un rapporto unico per mezzo del quale lo stesso popolo riconosce la sua identità. Israele in tal modo si isola da tutti gli altri popoli e il mondo che lo circonda è visto come qualcosa di estraneo e ostile. Dio è considerato come l’assoluto da cui dipende tutto. Le vicende politiche di israele sono connesse al suo rapporto con Dio. La perdita dell’indipendenze e la sua virtù politica dipendono dal fatto che Israele si è allontanato da Dio con la conseguenza giusta della sua colpa. Il popolo di Israele è soggetto in tutto alla legge del signore. Tale rapporto produce una totale separazione tra Dio e il popolo e tra il popolo di Israele e tutti gli altri popoli. Il messaggio di Gesù deve essere visto come il momento in cui la scissione e la statica contrapposizione tra infinito, Dio e finito, popolo, viene superata. Sono così poste le premesse per il superamento della distinzione kantiana tra religione e ragione, morale e diritto, per intendere la religione come esperienza vitale in cui si pone il rapporto dialettico tra infinito e finito. La religione è il modo d’essere originario su cui si fonda l’identità della comunità. La religione fa di una molteplicità di individui e cose una unità vivente, il popolo.
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Autore:
Filippo Amelotti
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia delle dottrine politiche
- Docente: Lazzarino
- Titolo del libro: Storia delle dottrine politiche
- Autore del libro: M. D'Addio
- Editore: ECIG
- Anno pubblicazione: 2002
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