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La fine del consenso sull'accordo di Bretton Woods


1. Con espansione di commercio e finanza lo spazio per la politica si riduce.

2. Le risorse del FMI sono inadeguate (nonostante creazione DSP). La liberalizzazione diventa inevitabile.

3. Altro elemento di crisi del Bretton Woods consensus è il fenomeno chiamato stagflazione, che caratterizza gli anni '70 e vede l'esistenza di economie stagnanti, che non crescono e questo crea problemi: la gente non è contenta per pochi soldi, c'è il problema della disoccupazione, imprese vanno male ma solitamente non c'è il problema dell'inflazione: se la domanda resta stagnante, il livello generale dei prezzi detto inflazione non esplode; i prezzi restano stabili, anzi in certi casi diminuiscono e vi è il pericolo opposto della deflazione. Negli anni '70, per varie ragioni si ebbe la combinazione di due stadi del mondo: un'economia stagnante con un'inflazione molto alta, a doppia cifra (25%). La stagflazione mette profondamente in crisi il pensiero keynesiano, perché se si ha una situazione di stagnazione, il suo pensiero economico era centrato sull'aumento della domanda aggregato, sul fare spesa pubblica e sulla discrezionalità politica economica. Ma tutto questo negli anni '70 creò poco sollievo ed esplosione dell'inflazione, un po' in tutto il mondo ma in alcuni paesi di più di altri, provocando vari problemi.

4. Fallisce la politica keynesiana di Mitterand. Molte politiche di tipo interventista, come quella con cui Mitterand aveva vinto le elezioni in modo sorprendente in Francia e questo aveva dato speranza per la ripresa dalla crisi degli anni '70 che fu crisi terribile anche sul piano politico (aumenta fenomeno terrorismo). Queste politiche interventiste più di sinistra falliscono e il mondo si volta a destra, cercando di puntare su un ritorno alla liberalizzazione (fughe capitali dalla Francia), alla de-regulation e al mercato unico (piano Delors) come quello europeo.

5. Centri finanziari USA e UK cercano profitti legati a libera finanza. Molti interessi a favore della deregulation.

La morale è che a un certo punto il sistema di Bretton Woods finisce perché ci sono vari elementi che provocano la fine di questo sistema creato almeno in parte dai piani Keynes e White.
Finisce il sistema a cambi fissi, i cambi tornano flessibili, i paesi tornano a rinchiudersi, a cercare di adottare politiche economiche nazionalistiche, finisce un po' questo modello di "integrazione intelligente" che ha funzionato bene ma ad un certo punto viene messo in crisi, un po’ perché era nato spuntato perché tutte le idee di Keynes non erano state adottate, un po' perché troppo legato agli USA.

Queste istituzioni nascono con pochi poteri e troppo sotto il controllo americano; in più c'è anche la crisi petrolifera, la stagflazione, il fallimento dei tentativi più lungimiranti di tipo interventista e tutto ciò messo insieme provoca crisi del Bretton Woods Consensus e l'affermazione di un'economia più deregolamentata, più liberista-liberale e fondata sulla globalizzazione finanziaria come quella che esplode dagli anni '80 in poi.

Tratto da STORIA DELLA POLITICA ECONOMICA INTERNAZIONALE di Federica Palmigiano
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