La società ateniese
Al tramonto del Medioevo la struttura sociale di Atene era ancora marcatamente tribale: la popolazione era suddivisa in quattro tribù, ognuna delle quali aveva a capo un ‘re della tribù’ ed era ulteriormente articolata in associazioni di famiglie dette fratrie. In origine probabilmente queste partizioni rispondevano a scopi militari; in seguito però tribù e fratrie divennero le principali unità organizzative della società e assunsero importanti funzioni pubbliche. Alla nascita ogni ateniese veniva iscritto ad una fratria, i cui archivi svolgevano in parte il ruolo degli odierni registri di stato civile. Iscrivendosi alla fratria i neonati acquisivano il riconoscimento paterno di figli legittimi e il conseguente diritto all’eredità. Inoltre, solo chi era iscritto ad una fratria godeva della cittadinanza. Le fratrie erano anche suddivise in base alla nascita: gli aristocratici (eupatridi) e i plebei (tiasi), che costituivano tutto il resto della popolazione e non godevano dei diritti politici ma solo di quelli civili. L’ultima categoria era costituita dagli stranieri stabilmente residenti ad Atene, chiamati meteci, i quali pur vedendosi riconosciuti alcuni diritti civili, non avevano comunque la cittadinanza. Dopo tutti venivano gli uomini che, per nascita o per debiti, avevano perduto la loro libertà.
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