Convenzione di Philadelphia: 1787
Dopo la dichiarazione d’indipendenza molte colonie avevano messo a punto nuove carte costituzionali. Il congresso continentale del 1777 venivano approvati gli articoli di confederazione: erano attribuiti al Congresso i poteri di difesa e politica estera; prerogative dei singoli stati e delle loro assemblee erano tutti gli altri poteri.
La rivoluzione portò impoverimento.
Nel 1787 fu convocata la Convenzione di Philadelphia con il compito di rivedere gli articoli della costituzione del 1777 ed elaborare una nuova carta costituzionale. La nuova costituzione entra in vigore nel 1788. Il potere legislativo è conferito al Congresso degli Stati Uniti, composto da un senato e da una camera dei rappresentanti. Il senato è formato da due senatori per ogni stato eletti per un periodo di 6 anni; la camera è formata da deputati eletti ogni 2 anni dai vari stati. Il congresso ha poteri di natura finanziaria e fiscali. Il potere esecutivo è conferito al presidente degli Stati Uniti d’America che dura in carica 4 anni. Il presidente è eletto dal popolo che in ogni stato esprime elettori delegati i quali eleggono a maggioranza il presidente.
Il potere giudiziario è conferito alla Corte suprema composta da 9 membri a vita di nomina presidenziale.
Il primo presidente americano fu George Washington eletto nel 1789 e rieletto per un quadriennio nel 1793.
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Autore:
Filippo Amelotti
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia moderna
- Docente: M. Bottaro Palumpo e R. Repetti
- Titolo del libro: Le vie della modernità
- Autore del libro: A. Musi
- Editore: Sansoni
- Anno pubblicazione: 2004
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