Il riassunto del libro "Breve storia del neoliberismo" analizza le cause che hanno determinato l'ascesa del neoliberalismo e i risultati della neoliberalizzazione. In particolare si pone una particolare attenzione al concetto di libertà utilizzato per fini politici al fine di conquistare il consenso dell'opinione pubblica in vari paesi del mondo.
Breve storia del neoliberismo
di Giulia Dakli
Il riassunto del libro "Breve storia del neoliberismo" analizza le cause che
hanno determinato l'ascesa del neoliberalismo e i risultati della
neoliberalizzazione. In particolare si pone una particolare attenzione al concetto
di libertà utilizzato per fini politici al fine di conquistare il consenso dell'opinione
pubblica in vari paesi del mondo.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Scienze Politiche
Corso: Scienze Politiche
Titolo del libro: Breve storia del neoliberismo
Autore del libro: David Harvey
Editore: il Saggiatore
Anno pubblicazione: 20071. Libertà è solo una parola
Il neoliberismo si fonda su valori qual la dignità umana e la libertà individuale, minacciati dagli interventi
statali che sostituivano il libero arbitrio con decisioni collettive. Dall'11/9 l'idea di libertà ha avuto un ruolo
di primo piano negli USA, la guerra in Iraq - e le conseguenti ordinanze Bremer (privatizzazione delle
imprese pubbliche e diritto alla proprietà privata delle attività economiche irachene da parte di aziende
straniere, petrolio escluso ovviamente) - è stata fatta in nome della libertà. Gli USA si sono assicurati di
creare in Iraq le condizioni ideali per l'accumulazione di capitale da parte degli investitori stranieri. Un
esperimento simile era stato già fatto in Cile. Il golpe d Pinochet del '73 represse i movimenti sociali e
"liberava" il mercato del lavoro da regolamentazioni e restrizioni. La rinascita dell'economia cilena fu
affidata ai "Chicago boys", che aderivano alle teorie neoliberiste di Friedman. Insieme al FMI (Fondo
Monetario Internazionale) questi privatizzarono i beni pubblici, le risorse naturali, la previdenza sociale e
garantirono alle imprese straniere il rimpatrio dei profitti ottenuti in Cile. L'unico settore "statale" era quello
del rame.
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Breve storia del neoliberismo 2. Perchè la svolta neoliberista?
Dopo la II Guerra Mondiale, bisognava raggiungere un compromesso di classe tra capitale e lavoro per
assicurare la pace all'interno delle nazioni, e la soluzione era una commistione di stato, mercato e istituzioni
democratiche che prese forma negli accordi di Bretton Woods. Il libero scambio delle merci era incoraggiato
nell'ambito di un sistema di tassi di cambio fissi ancorato alla convertibilità in oro del dollaro. Il sistema
poggiava sulla protezione della potenza militare americana. Si faceva ampio uso delle politiche fiscali e
monetarie di stampo keynesiano e oggi ci si riferisce a tale organizzazione come "embedded liberalism", che
indica come intorno ai processi di mercato esistesse una trama di restrizioni sociali e politiche. Negli anni
'50 e '60 il sistema garantì alti tassi di crescita nei paesi a capitalismo avanzato, grazie alla disponibilità degli
USA a gestire i deficit con il resto del mondo e ad assorbire gli eccessi di produzione. Alla fine degli anni
'60 l'embedded liberalism entrò in crisi - ovunque crescevano disoccupazione e inflazione, arrivando a una
fase globale di stagflazione. I dollari avevano invaso il mondo e gli USA non avevano pi controllo su di
loro, così nel '71 i tassi d cambi fissi furono abbandonati. A quel punto nacque un dibattito tra fautori della
socialdemocrazia e della pianificazione centralizzata e gli interessi di coloro che si preoccupavano di
liberare il potere delle aziende e ristabilire libertà di mercato. Prevalsero gli interessi del secondo gruppo. Il
malcontento generato da inflazione e disoccupazione portò alla convergenza dei movimenti dei lavoratori e i
movimenti sociali urbani - le classi dominanti sentivano il pericolo di una svolta socialista, le classi alte
dovevano muoversi con decisione se non volevano essere annientate politicamente ed economicamente. Per
Dumènil e Lèvy la neoliberalizzazione è fin dall'inizio un progetto mirante alla restaurazione del potere di
classe, infatti, dopo l'attuazione delle politiche neoliberiste le % di reddito nazionale percepita dall'1% pi
ricco crebbe vertiginosamente, non solo in Usa ma anche in Gran Bretagna e in seguito in Russia,
nell'Europa dell'est e in Cina.
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Breve storia del neoliberismo 3. L'ascesa della teoria neoliberista
Un gruppo di persone, tra cui Karl Popper e Ludwig von Mises, si riunì intorno al filosofo Friedrich von
Hayek fondando, nel 1974, la società di Mont Pèlerin. Essi aderivano ai principi del libero mercato e
avversavano le teorie di Keynes e tutte quelle teorie vicine alla tradizione marxista. Il gruppo potè contare su
appoggi finanziari e politici, dove un influente gruppo di miliardarie e dirigenti d'azienda erano disposti ad
abbracciare ogni opzione, dal maccartismo ai think tanks, per proteggere il loro potere. Il consolidamento
del neoliberismo quale nuova ortodossia economia giunse nel '79 con l'elezione della Thatcher in GB. La
Thatcher decise che era necessario adottare soluzioni monetariste "supply side" e contrastare i poteri dei
sindacati, ridurre le tasse e creare un clima favorevole all'attività economica. Nel '79 Paul Volcker,
presidente della Federal Reserve, alzò da un giorno all'altro il tasso nominale d'interesse, dando inizio a una
profonda recessione. Il Volcker shock era una condizione necessaria ma non sufficiente per avviare la
neoliberalizzazione - determinante fu la vittoria di Reagan nell'80, che fornì a Volcker il necessario
appoggio politico tramite deregolamentazioni, tagli fiscali e ai bilanci, attacchi ai sindacati, ecc. La
deregolamentazione offrì nuove aree di mercato prive di regole agli interessi delle grandi società, le
imposizioni fiscali alle aziende furono ridotti drasticamente, così come la tassa sulle persone fisiche per la
fascia di reddito pi alta. Dopo la crisi petrolifera del è73, i sauditi accettarono di riciclare i loro petrodollari
attraverso le banche d'investimento di New York. Quest'ultime, trovandosi a disposizione ingenti quantità di
denaro trovarono sbocchi remunerativi all'estero, fornendo prestiti ai PVS (paesi in via di sviluppo). Poichè
queste operazioni richiedevano la liberalizzazione del credito internazionale e dei mercati finanziari, negli
ani è70 il governo USA sostenne attivamente questa strategia a livello globale. Dopo il Volcker shock, i
paesi debitori entrarono nella "crisi del debito", iniziata con la dichiarazione d'inadempienza del Messico
nell'82. L'amministrazione Reagan si accordò per scontare il debito in cambio dell'attuazione di riforme
neoliberiste.
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Breve storia del neoliberismo 4. Il significato del potere di classe
Negli Usa il peso crescente dei finanziatori e dei dirigenti delle grandi società, accanto allo sviluppo di
attività legate a settori nuovi, spostò il centro del potere economico delle classi alte. Dunque la
neoliberalizzazione ha restituito potere alle classi alte ma non necessariamente alle stesse persone. La
neoliberalizzazione ha significato la finanziarizzazione dell'economia e ha introdotto una crescente volatilità
nelle relazioni di scambio a livello globale. Rapide fortune sono state accumulate in settori nuovi
dell'economia (biotecnologie, tecnologie dell'informazione). Ha ancora senso parlare di interessi della classe
capitalista di questo o quello stato, anche se ciascuno può esercitare un potere di classe in pi di uno stato
simultaneamente (Murdoch, Carlos Slim, ecc).
Nel '44 Polyani notava che il significato della libertà diventa tanto pi contraddittorio e pregno quanto pi le
sue sollecitazioni all'azione sono stringenti. Tuttavia col neoliberismo l'idea di libertà degenera in un mero
patrocinio della libera impresa, che significa piena libertà per chi non ha bisogno di veder crescere i propri
redditi, il proprio tempo libero e la propria sicurezza, e una carenza di libertà per la gente che potrebbe
cercare di far uso dei propri diritti democratici per trovare protezione dal potere di quanti detengono le
proprietà.
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Breve storia del neoliberismo 5. La costruzione del consenso
In genere il consenso affonda le sue radici nel "senso comune", dunque i valori culturali e tradizionali e le
paure possono essere utilizzati per mascherare altre realtà. La parola "libertà" è talmente forte nel senso
comune americano da diventare un pulsante che le elite posso premere per aver accesso alle masse e per
giustificare ogni cosa. Per creare un consenso popolare sufficiente a legittimare il neoliberismo sono stati
utilizzati vari canali: influenze ideologiche, l'azione dei think tanks, la conquista dei media, gli appelli alle
tradizioni e ai valori culturali, nella forza (militare ma pi spesso finanziaria). Le vie seguite differiscono da
un posto all'altro. Il risultato è che ovunque il neoliberismo è percepito come necessario o naturale.
Nel '68 i movimenti politici avevano come obiettivo una maggiore libertà personale, ma anche l'ottenimento
della giustizia sociale. Non sempre queste due cose sono compatibili. La contraddizione divenne evidente
nella tensione che caratterizzò i rapporti tra la sinistra tradizionale e il movimento studentesco. In quel
periodo coloro che aspiravano alla libertà individuale e coloro che speravano nella giustizia sociale si
unirono contro quello che appariva come il nemico comune: lo stato interventista e le grandi società. La
classe capitalista potè volgere a suo favore la situazione appropriandosi delle idee sulla libertà e schierandosi
contro l'interventismo statale. Nel 1971 un promemoria di Powell alla Camera di Commercio sosteneva che
era giunto il momento per mettere in campo le risorse delle imprese americane contro coloro che vorrebbero
distruggerle. Da allora la Camera di Commercio ha visto crescere la sua base, così come la National
Association of Manufacturers. Con l'appoggio di grandi aziende furono fondati dei think tanks come la
Heritage Foundation. Il neoliberismo trovò terreno fertile anche nelle università.
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