La mappa cangiante della neoliberalizzazione
La mappa cangiante della neoliberalizzazione.
» difficile creare una mappa dell'avanzata neoliberista perché la neoliberalizzazione ha seguito tempi e modi diversi nei vari paesi, in molti dei quali la svolta è stata solo parziale. Dal '70 in poi gli stati di maggior successo hanno esercitato pressione sugli altri perché seguissero la loro guida. Tra i centri di diffusione del neoliberismo in testa vi erano USA e GB, tuttavia non si può dire che questi due paesi abbiano conseguito alti livelli di prestazioni economiche in quegli anni.
Gli anni '80 appartennero al Giappone e alla Germani occidentale. In Germania i sindacati rimasero forti, furono mantenute le protezioni sociali e i livelli salariali restarono alti. In Giappone i sindacati erano deboli ma la crescita orientata alle esportazioni fu trainata da un forte investimento statale nel campo della tecnologia. Alla fine degli anni '80 i paesi più neo liberalizzati avevano delle difficoltà dunque gli stati europei erano restii ad applicare riforme in senso neoliberista. In Asia si seguì il modello giapponese e in Europa quello tedesco. Entrambi i modelli però non garantivano la restaurazione del potere di classe. A portare alla svolta generalizzata verso il neoliberismo fu la crescente finanziarizzazione. Il legame tra aziende e banche, funzionale ai tedeschi, fu sostituito dal rapporto tra aziende e mercati finanziari, in cui GB e USA erano in vantaggio. Inoltre le norme internazionale per la mobilità del capitale costrinsero tutti i paesi a cercare di creare un clima favorevole all'attività economica. Infine, il complesso Wall Street - FMI - Tesoro condusse molti PVS ad imboccare la via della neoliberalizzazione. Tutto ciò portò a un boom degli USA negli anni '90. la flessibilità dei mercati del lavoro e la riduzione del welfare portarono vantaggi agli USA e imposero pressioni competitive ai più rigidi mercati del lavoro europei e del Giappone. Tutto questo si intrecciò a metà degli anni '90 nel cosiddetto Washington consensus, di cui la creazione del WTO (World Trade Organization) rappresentò il momento più alto. La caduta del muro fece diminuire l'impegno americano a sostegno del Giappone e dei paesi dell'estremo oriente.
Negli anni '90 vi furono due crisi finanziarie correlate: la "crisi tequila" che colpì il Messico nel '95 si diffuse in brasile e argentina, la seconda iniziò in Thailandia nel '97 con la svalutazione del baht e si diffuse in Asia e in Russia, fino al Brasile. Gli effetti sociali furono devastanti, ed entrò in campo l'FMI, che attribuiva la crisi ad un eccessivo interventismo statale e alla corruzione, da combattere con ulteriori neoliberalizzazioni, con esiti disastrosi. Di fatto però, i paesi meno liberalizzati (Singapore, Cina, Taiwan) furono meno colpiti e l'unico paese che ignorò le proposte del FMI si riprese per primo: la Malesia.
Continua a leggere:
- Successivo: Neoliberalizzazione in Messico
- Precedente: La risposta neoconservatrice alla neoliberalizzazione
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Essere musei oggi: i casi delle Gallerie degli Uffizi e della Galleria dell'Accademia
- Neoliberalismo: dal contributo di Foucault al dibattito attuale
- L'India e il diritto dell’acqua attraverso il conflitto di Plachimada
- Il sequestro di persona
- La mercificazione della donna: analisi del testo pubblicitario
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.