Sindromi da avvelenamento
L’ingestione di funghi che causano problemi all’individuo si dividono in sindromi a breve incubazione o a lunga incubazione a seconda del tempo che passa tra ingestione e sintomi.
Nelle persone le micotossine (prodotte da Aspergilli e Penicilli e dal genere Fusarium) causano rischio di cancro. Sono liposolubili e, siccome non vengono metabolizzate, rimangono nel latte. Non sono termolabili, si possono eliminare solo con la diluizione del prodotto. Causano micotossicosi.
Il micetismo, invece, è causato dall’ingestione del fungo. I principi tossici agiscono a livello gastrointestinale, ai reni o al fegato. Quando compaiono i sintomi da avvelenamento non è più possibile eliminarli dal corpo. A lunga incubazione sono la sindrome falloidea, orellanica e giromitrica. A breve incubazione sono identificate dal fungo che le causa o dal nome del fungo. I sintomi gastrointestinali possono verificarsi a causa dei principi tossici all’interno del fungo, oppure perché l’organismo è estremamente sensibile.
Sindrome falloidea: mortale a lunga incubazione; i principi attivi interessano il fegato. Viene causata da tre specie di Amanita: A. phalloides, A. virosa e A. verna. Sono agaricacee, cioè funghi con lamelle. Tutte sono caratterizzate dalla presenza di un velo universale che rimane ben visibile alla base come volva, mentre il velo parziale lascia un anello sul gambo.
Amanita phalloides: aspetto campanulato, colorazione variabile a seconda dell’ambiente. Quando l’individuo diventa adulto la forma campanulata si apre fino a diventare piatta. La colorazione va dal crema al verdognolo. La volva è carnosa e persistente a forma di scodella; l’anello è sempre presente, ben vistoso.
Amanita verna: l’anello può non conservarsi, anche perché gambo e volva sono farinosi. La forma è campanulata all’inizio, poi si apre e diventa piatta. La colorazione è tendente al bianco e al giallo crema.
Amanita virosa: volva grossa e più conservata, come anche l’anello. Non sono presenti sfaldature sul gambo; colorazione bianca.
Amanita cesarea: gambo giallo, cappello aranciato; la carne è gialla, la volva è bianca.
Amanita muscaria: sindrome ad incubazione breve; la volva e l’anello sono ben visibili e il residuo del velo universale è presente sul cappello a scaglie, che a volte possono anche essere assenti.
Sindrome orellanica: a lunga incubazionel, interessa il sistema nervoso; è causata da Cortinarius orellanus, fungo con lamelle, non presenta la volva e il cappello, nelle forme giovani, presenta la parte centrale più rialzata.
Sindrome giromitrica o elvellica: causata a Giromytra esculenta; i danni sono a livello gastrointestinale, renale a al sistema nervoso. Si può consumare il fungo sono se cotto a lungo, perché i principi tossici sono termolabili.
Tricholoma scioides e Entoloma: causano avvelenamenti non mortali; il primo è un fungo a lamelle senza volva; crescono in gruppi.
Le sindromi a breve incubazione non sono mai mortali ad eccezione di individui sensibili o all’assunzione di quantità eccessive di fungo.
I principi tossici sono composti aromatici che possono essere legati a catene più o meno lunghe a seconda del principio. Nell’Amanita muscaria provocano allucinazioni.
Sindrome coprinica: la risposta varia a seconda dell’individuo e aumenta con il consumo di alcolici, perché l’alcol satura i recettori di questi principi attivi.
Amanita pantherina: ha gli stessi principi velenosi della muscaria, ma non è allucinogena.
Coprinus atramentarius: se consumato in presenza di alcolici da problemi gastrointestinali. Ricorda il Coprinus comatus che non è velenoso ed ha una colorazione molto bianca, mentre il primo più color crema.
Sindromi resinoidi: sono considerate a lunga incubazione e sono la conseguenza dell’ingestione del genere Russula e Lactarius. Si possono riconoscere assaggiando una piccola parte del cappello, se sono acidi e non buoni sono velenosi.
Boletus satanas: sotto ha la spugna di colore rosso-viola.
Boletus edulis: porcino comune.
Ramaria: possono essere consumate se cotte bene, in quanto i principi tossici sono termolabili.
Psilocybe: le sostanze allucinogene ricordano la struttura della serotonina ed hanno lo stesso effetto sul cervello.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Cavagnero
[Visita la sua tesi: "Utilizzo operativo di modelli numerici per la valutazione dell'inquinamento atmosferico e l'elaborazione di un indice di qualità dell'aria"]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
- Esame: Analisi e Gestione dell’Ambiente
- Docente: Prof.ssa Simonetta Sampò
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