Skip to content

Linfociti T CD8+ effettori: linfociti T citotossici (CTL)

I CTL CD8+ cono linfociti T effettori che eliminano i microrganismi intracellulari principalmente uccidendo le cellule infettate.
CITOTOSSICITA' MEDIATA DAI CTL
L'uccisione di una cellula da parte del CTL è antigene-specifica e contatto-dipendente. Infatti, i CTL uccidono solo le cellule bersaglio che esprimono sulla loro superficie l'antigene che ha stimolato la proliferazione e la differenziazione dei linfociti T CD8+ naïve dai quali essi derivano, associato all'MHC di classe I e loro stessi non vengono uccisi. Questa specificità della funzione effettrice dei CTL garantisce che le cellule normali non vengano uccise, assicurando al contrario l'azione dei CTL contro le cellule infettate. Il processo di uccisione raggiunge un livello si specificità così elevato che nel punto di contatto tra il CTL e la cellula bersaglio si viene a formare la cosiddetta “sinapsi immunologica” e le molecole responsabili dell'uccisione sono secrete e agiscono solo all'interno di questa struttura. Infatti, il CTL si lega e reagisce contro la cellula bersaglio utilizzando il suo recettore per l'antigene, il corecettore CD8 e molecole di adesione, come l'integrina LFA-1. Per essere riconosciute efficacemente dai CTL, le cellule bersaglio devono esprimere molecole MHC di classe I in combinazione con un peptide antigenico e ICAM-1, che rappresenta il principale ligando per LFA-1. Tale riconoscimento induce, quindi, l'aggregazione dei recettori di membrana dei linfociti T (TCR, CD8+ e LFA-1) e l'aggregazione dei ligandi per queste molecole presenti sulla cellula bersaglio (il complesso peptide/MHC e ICAM-1). In questo punto si forma una sinapsi immunologica e si generano quei segnali biochimici necessari all'attivazione del CTL. Bisogna ricordare, però, che i linfociti T CD8+ esprimono anche alcuni recettori appartenenti alla famiglia dei KIR, che trasducono segnali inibitori che potrebbero servire per evitare che i CTL uccidano cellule non infette e per proteggere gli stessi CTL dalla morte cellulare indotta dall'attivazione. Comunque, entro pochi minuti dal riconoscimento del complesso MHC/peptide della cellula bersaglio da parte del TCR del CTL, la cellula bersaglio va incontro ad alterazioni che inducono la sua morte per apoptosi. Ciò si verifica nell'arco di 2-6 ore e procede anche se il CTL si distacca dal complesso. Quindi, si è soliti dire che il CTL trasmette un “colpo letale” alla cellula bersaglio che ne causa la morte. Il principale meccanismo attraverso il quale il CTL uccide la cellula bersaglio è il rilascio di proteine citotossiche contenute nei granuli citoplasmatici che, raggiungendo la cellula infetta, ne inducono l'apoptosi. I granuli di CTL (e delle cellule NK) contengono numerose molecole che contribuiscono all'induzione dell'apoptosi della cellula bersaglio. Tra queste vi sono i granzimi A, B e C, la perforina, che altera la struttura della membrana cellulare e  facilita l'ingresso dei granzimi nel citoplasma della cellula bersaglio, e la serglicina, che assembla i complessi che contengono i granzimi e la perforina. I CTL usano anche un secondo meccanismo di uccisione, mediato dall'interazione tra molecole di membrana presenti sui CTL e sulle cellule bersaglio. I CTL attivati esprimono una proteina di membrana denominata Fas ligando (FasL), che si lega alla sua proteina bersaglio (Fas), espressa da vari tipi cellulari. Questa interazione risulta anch'essa nell'attivazione della via di apoptosi.

Tratto da IMMUNOLOGIA CELLULARE E MOLECOLARE di Domenico Azarnia Tehran
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.