Gli assiomi della comunicazione
- non si può non comunicare (qualsiasi comportamento è comunicazione)
- ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione in modo che il secondo classifica il primo (ogni comunicazione impone un comportamento; ogni volta che un soggetto comunica qualcosa ad un altro, egli definisce se stesso, l’altro, la natura e la qualità della relazione)
- la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti (i comunicanti introducono sempre la punteggiatura delle sequenze degli eventi, in modo che uno o l’altro abbia iniziativa, posizione ascendente/dipendente…); anche la cultura influisce: in un gruppo si chiama leader/seguace una persona che si comporta in un certo modo.
- gli esseri umani comunicano sia con modulo numerico (mediante parola: ha una sintassi logica complessa ed efficace, ma non una semantica adeguata nella relazione. Il rapporto nome-oggetto è stabilito arbitrariamente, è importante perché serve a scambiare informazioni sugli oggetti e perché permette la trasmissione della conoscenza di epoca in epoca) che analogico (non verbale: ha la semantica, ma non una sintassi adeguata per definire la natura della relazione in modo non ambiguo); l’uomo è il solo organismo che usa entrambi i moduli, nella relazione facciamo affidamento quasi esclusivamente al modulo analogico, l’aspetto di contenuto è trasmesso con modulo numerico, l’aspetto di relazione è trasmesso con modulo analogico, l’uomo ha necessità di usarli entrambi
- tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici (i modelli rispecchiano il comportamento dell’altro) o complementari (il comportamento del pater completa quello dell’altro) a seconda che siano basati su uguaglianza o differenza.
Ad ogni assioma sono legate possibili comunicazioni patologiche:
- conferma: in una relazione l’altro può accettare/confermare la definizione che la persona ha dato di sé, la conferma è il fattore singolo che più garantisce lo sviluppo e stabilità mentale; l’uomo deve comunicare con l’altro per avere la consapevolezza di sé
- rifiuto: l’altro può rifiutare la definizione di sé che ha dato la persona però il rifiuto presuppone il riconoscimento di quanto si rifiuta , non nega necessariamente la realtà di giudizio della persona su di sé (= ti hai torto)
- disconferma: essa non si occupa della verità/falsità della definizione che la persona ha dato di sé, ma nega la realtà della persona come emittente (= tu non esisti)
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Dettagli appunto:
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Autore:
Antonella Bastone
[Visita la sua tesi: "L’anoressia mentale in adolescenza: analisi multidimensionale dell'autostima"]
[Visita la sua tesi: "Corpo, modelli estetici e disturbi del comportamento alimentare. Un’interpretazione socioculturale."]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Psicologia sociale
- Docente: Alberto Rossati
- Titolo del libro: Lezioni di psicologia sociale
- Autore del libro: Alberto Rossati
- Editore: Trauben
- Anno pubblicazione: 1999
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