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Lo statuto dell’embrione


Larga parte della discussione sulla liceità e sui limiti di una sperimentazione sugli embrioni è domina da argomentazioni che cercano di derivare la soluzione da una ricostruzione precisa della natura che sarebbe propria dell’embrione umano. Da una parte troviamo i moralisti cattolici del parere che l’embrione sin dal concepimento è persona; e dall’altra troviamo embriologi che cercano di far valere un diverso tipo di statuto distinguendo tra la natura del cosiddetto pre-embrione e quella dell’embrione. Entrambe condividono l’assunzione che una sperimentazione che ricada sulla persona sia inaccettabile in quanto lesiva della sua libertà e dignità. Fissiamo comunque che non accettabile un’impostazione che si avvicini a questo ordine di questioni bioetiche ritenendo che il punto decisivo possa essere rintracciato attraverso una ricerca empirica sul fatto se l’embrione sia o no persona fin dal concepimento, o comunque sul quando cominci ad essere tale. Più accettabile è quantomeno l’impostazione seguita da alcuni moralisti cattolici secondo i quali invece l’embrione andrebbe trattato come persona. Il punto è che una posizione del genere per quanto riguarda i diritti da riconoscere all’embrione finisce con l’omologare l’aborto ad un omicidio, un’omologazione eticamente erronea che stride fortemente con la moralità di senso comune che non ritiene le donne responsabili di aborto vengano carcerate. Va rifiutata comunque, trasformerebbe in legge di uno stato una concezione morale sostantiva a preferenza di altre, negando le condizioni di convivenza che sono alla base delle nostre società pluralistiche.
C’è poi chi tende  a definire l’embrione come potenziale persona sin dal concepimento (e lo sperma’), chi po come gli utilitaristi è persona quando comincia  a percepire dolore e piacere. Gli scienziati tendono a dividere 2 fasi: la pre-embrionale che è una fase cellulare che merita rispetto morale ma non pone l’esistenza di una persona; e la fase embrionale propriamente detta, il fatto che sensazioni dolore e piacere siano percepibili in questa fase vede una libertà intaccata potenzialmente.
Non è scientificamente accettabile credere nell’embrione come persona come dotata di anima o spirito.

Alcuni critici sostengono che attraverso la crioconservazione non solo viene modificato l’aspetto fisico e genetico del nascituro ma che questi avrà ripercussioni psicologiche, dovute alla consapevolezza di esser nato in modo diverso, da un IO congelato ed alterato. Contrastiamo la critica rispondendo che siamo pronti a parlare di Io alterati ma non siamo in gradi di indicare i requisiti minimi di un Io normale. Ciò che può porre scosse dopo la consapevolezza di una nascita diversa altro non è che un tipo di società intollerante, a tal fine si richiede alla Stato di porre pari diritti ed opportunità.

Tratto da BIOETICA. LE SCELTE MORALI di Marianna Tesoriero
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