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La seconda rivoluzione industriale - anni '30 del XIX sec.-
Negli ultimi 30 anni del XIX secolo il sistema dell economia capitalistica subi una seriedi trasformazioni tali da giustificare l’uso del termine “Seconda rivoluzione industriale”. Si modificarono letecniche produttive,con la nascita di buove branche dell’industria, cambiarono anche i rapporti economici internazionali e le gerarchie mondiali della potenza industriale: negli anni ’90 la gran Bretagna perse il primato in alcuni settori chiave a favore di Germania e USA. La nuova fase ebbe inizio con una improvvisa crisi di sovrapproduzione che, scoppiata nel 1873,continuò a far sentire i suoi effetti nei due decenni successivi, caratterizzati da una prolungata caduta dei prezzi. Questa fase vene definita Grande Depressione.in realtà lacaduta dei prezzi fu un prodotto delle trasformazioni organizzative e delle innovazioni tecnologiche che permisero di ridurre progressivamente i costi di produzione. Il volume degli scambi commerciali continuò a crescere ovunque. uno dei segni più vistosi della nuova stagione cominciata negli anni ’70 fu il declino dei valori della libera concorrenza. Le nuove dimensioni assunte da un mercato internazionale dove diventava sempre più difficile farsi largo spinsero gli imprenditori a cercare nuovesoluzioni, nacquero così le grandi consciazioni (HOLDINGS) peril controllo finanziario delle grandi imprese. i consorsi CARTELLI o POOLS fra aziende dello stesso settore,le vere e proprie concentrazioni (TRUSTS) ra imrese prima indipendenti. Le concentrazioni erano orizzontali se riguardavano aziende operanti nello stesso settore, verticali se coinvolgevano imprese interessate alle diverse fasi della lavorazione di un prodotto. Fenomeni di questo genre assunsero dimensioni imponenti soprattutto in Germania e USA. Negli USA già negli anni ’80 la Standard OIL di John Rockfeller controllava il 90% dellaroduzione petrolifica del paese.In Germania nlo stesso periodo il settoreelettrico era quasi completamente nelle mani della Siemens-AEG. Un ruolo decisivo fu svolto dalle grandi banche che assicuravano gli imponenti e costanti afflussi finanziari. Questo intreccio tra industria e finanza venne definito Capitalismo Finanziario. Il tramonto dei principi liberisti si fece sentire fortemente anche nell’azione dei poteri pubblici: governi allargarono l’area dei loro interventi (inasprimento di tariffe doganali per proteggere a produzione interna). Solo la Gran Bretagna restòestranea alla tendenza generale ma ne fu danneggiata: fra il 1880 e il 1914 la partecipazione britannica al commercio mondiale diminuì di circa la metà, a ciòreagì ampliando il suo già vasto impero d’oltremare. La corsa ai nuovi mercati si ingrandi enormemente cominciando quella fase della storia del capitalismo identificata com Età dell’Imperialismo.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Cappuccini
[Visita la sua tesi: "La comunicazione commerciale, ovvero come battere Berlusconi alle prossime elezioni"]
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Storia contemporanea
- Docente: Adriana Roccucci
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