Caratteristiche della narrazione nella fiction televisiva
La narrazione è da sempre un elemento centrale nello sviluppo della cultura, per la trasmissione dei valori condivisi e per la definizione degli spazi sociali.
La narrazione ha da sempre costituito il
fulcro per lo sviluppo della conoscenza. La metafora narrativa è emersa
in diversi campi scientifici. Come dice Barthes la narrazione è presente
in ogni forma di testo.
La narrazione assume quindi un ruolo
preciso nella costruzione della società e dell’individuo e affonda le
sue radici nei miti e nelle leggende.
Queste interpretazione
mitica della fiction è il fulcro di un contributo di Dupont, storica,
che espola “omero e Dallas” alla ricerca di convergenze con il sociale.
Sia l’epopea che il serial sono accomunati da moduli precostruiti.
Propp
individuò un meccanismo nell’analisi delle fiabe popolari russe, isolò
le variabili costanti nelle narrazioni. Il legame della fiction con la
tradizione orale viene confermato dall’adozione nelle scuole di
sceneggiatura di un testo dello stesso Propp dove sono indicati gli
elementi fondamentali per realizzare una storia di successo.
Nelle
soap opere americane si riconoscono le caratteristiche della dizione
formulare nella ritualità degli eventi narrati, nel loro continuo
ripetersi identici nei personaggi che mantengono inalterate le proprie
prerogative. Ad esempio l’asse portante di “beautiful” è il rapporto tra
Ridge e Brooke che si sono sposati ben 4 volte : la sequenza del
matrimonio rappresenta uno dei cardini della dizione della realtà
americana.
Le soap di matrice anglosassone hanno
caratteristiche diverse nella trattazione dei personaggi e della storia.
Le conclusioni cui giunge Dupont non sono quindi universali.
La
fiction concentra su di se la maggior parte degli investimenti
economici delle emittenti. I canali satellitari offrono ad es
soprattutto titoli esteri; le reti nazionali puntano sulla fiction
domestica.
La differenza tra l’offerta satellitare e quella
generalista gioca sulla produzione e trasmissione di fiction nazionale.
La fiction per il suo rapporto diretto con il pubblico, si candida a
ricoprire il ruolo di “core business” delle emittenti generaliste. Sono
diverse le ragioni che rendono questo genere tra i più graditi.
La
narrazione fornisce materiale per comprendere a cultura e la società.
Gli studi sociologici sottolineano come la funzione delle narrative non è
solo di intrattenimento ma anche restituire al pubblico le aspettative
della società in cui vive.
Milly Buonanno dice che le
narrazioni televisive parlano a noi e di noi. Rispondono ad un bisogno
universale di ascoltare storie, all’incredulità e lo fanno trattando
temi fondamentali, sentimenti comuni.
Il successo di una fiction è legato alle capacità di incontrare le aspettative del pubblico.
La fiction quindi non va considerata come specchio della realtà ma come espressione di significati condivisi.
È per questo che gli studiosi la definiscono “narrativa del consenso” esprime il punto di vista della comunità
Ed
è per questo che alcuni esempi rientrano tardivamente rispetto ad altri
(es le famiglie allargate -> un medico in famiglia).
Uno
dei fattori più importanti è la riconoscibilità, con i valori e i
sentimenti. L’identificazione scatta in automatico di fronte a storie,
questi meccanismi funzionano anche con prodotti non domestici.
L’appuntamento
quotidiano con la stessa storia con gli stessi personaggi risponde ad
un bisogno di rassicurazione che esprimiamo sin dall’infanzia.
La
serialità ha una funzione rassicurante e consolatoria. Nel caso della
fiction la ripetizione di schemi noti comporta un senso di
gratificazione: lo spettatore sa come può evolvere la storia.
Rassicurazione e auto gratificazione sono le componenti per spiegare il legame tra serialità e audience.
Questo rapporto verte anche sulla curiosità di vedere ogni episodio come si differenzierà.
La
ripetitività non è esclusiva della tv come evidenzia Colombo sono
diversi tipi di ripetizione come il sequel (es rocky) ai remake alla
saga fino alle citazione e alle parodie.
La serialità è un
elemento fondante è il caso di Harry potter, delle trilogie come i
pirati dei caraibi, in cui i sequel sono parte integrante della
strategia narrativa e non dettati dal successo o meno.
La tv
stessa ricopre una funzione rassicurante. L’ordine è necessario per far
fronte ai disordini che provengono dal mondo. La tv con i palinsesti, i
temi strutturati genera ordine.
La gente ha bisogno di questi rapporti di fiducia e continuità per non perdere il senso di appartenenza ad una comunità.
La
fiction ha quindi una doppia valenza: in quanto narrazione esaudisce il
desiderio di consolazione e protezione dagli imprevisti in più si
inserisce in un contesto (televisivo) che ci mette in una dimensione
comunitaria basata sulla sicurezza della condivisione di un mezzo di
comunicazione e della sua programmazione uguale per tutti.
La
tv offre una comune accessibilità, con l’introduzione dell’offerta
satellitare e con il digitale i canali sono moltiplicati, stiamo però
contribuendo a creare una disparità nel pubblico in base alla
disponibilità economica o tecnologica. Insieme alla diffusione del video
on demand o del pay per view si è permesso ad ognuno di costruire il
proprio palinsesto.
La programmazione tv è strutturata sulla
narrazione di storie dal talk show al reality: lo schermo è popolato da
gente normale che racconta le proprie storie. Un primo passaggio verso
questo processo si è avuto con la “tv Verità” introdotta da Guglielmi
(direttore di rai 3) alla fine degli anni 80, nascono chi l’ha visto, un
giorno in pretura; sulla concorrenza nacque forum.
Padroni
di casa sono il grande fratello, maurizio costanzo show. Altri
programmi, classificabili come talk, appartengono alla categoria dei
reality classici: da i fatti vostri a uomini e donne a c’è posta per te
programmi diversi ma tutti attraversati dalla presunzione di realtà.
Il
grande fratello è l’esempio di reality avanzato, la tv osserva la
realtà 24h su 24. Segue il reality estremo in cui la tv si adatta alla
vita del protagonista (in italia non ha avuto successo) come “Il
protagonista”. Si arriva al docu reality solitamente dedicati ai vip.
Tutti
questi programmi sono definiti come opere di narrativa create per la tv
come la fiction. Le analogie non mancano: nella fiction vi sono
situazioni create da sceneggiatori recitate da attori, nei reality
esiste un narratore (presentatore) che introduce personaggi ed episodi.
Inoltre le fasi produttive e realizzative dei reality: dal casting al ruolo degli autori alla presenza di un obiettivo comune.
Un
programma che esprime al meglio la componente narrativa è Uomini e
donne, si presta alla definizione di Reality Soap. Il programma si basa
su un corteggiamento a favore della telecamera, sul trono siedono
ragazzi e ragazze in cerca di un compagno/a. il grande successo del
programma trasforma i tronisti in personaggi tv. Si creano forme di
divismo. Il parallelo con le soap diventa inevitabile, in uomini e donne
però i protagonisti ruotano ma c’è comunque una struttura narrativa
immutabile.
Tale fenomeno lo ritroviamo anche nei quiz show, meno impersonali.
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Dettagli appunto:
- Autore: Anna Carla Russo
- Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Semiotica
- Titolo del libro: La fiction televisiva
- Autore del libro: Giorgia Iovane
- Editore: Carocci
- Anno pubblicazione: 2009
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