Attività dell'archivio audiovisivo. Raccolta, restauro, valorizzazione
1988: a Parigi il Congresso del Consiglio internazionale degli archivi raggruppa le fonti di nuovo genere in 5 settori: archivi audiovisivi, produzioni radiotelevisive, archivi orali, archivi informatici, microfilm. Alcuni paesi usano l’espressione “archivi audiovisivi”comprendendovi sia registrazioni sonore, che fotografie, che cinema, altri paesi fanno distinzioni. La produzione televisiva rientra nel campo degli audiovisivi ma nella “Raccomandazione”Unisco è trattata insieme alla produzione cinematografica. Vi è ancora una sorta di incertezza nella definizione di fonti. Le tecnologie audiovisive sono molte e ciascuna abbisogna di supporti diversi e di diverse strumentazioni di decodifica; l’omologazione dei supporti potrebbe risolvere il problema degli strumenti di riproduzione tra loro incompatibili. Il primo passo per colmare le lacune consiste nella conoscenza degli archivi sparsi sul territorio nazionale e del loro contenuto. Ciò permetterebbe la costituzione di un elenco/indirizzario e faciliterebbe scambio di informazioni su materiali, iniziative, scelte in materia di catalogazione,etc..
Probabilmente è a partire dalla biblioteconomia che si fonderà un sistema per la catalogazione tout court dei documenti audiovisivi. Tuttavia non si possono scordare le grandi differenze: la necessità di uno strumento tecnico di codifica, la gestione del processo di produzione, il possesso dell’opera(intera o a brani)e i diritti esercitati su di essa. È questa una caratteristica distintiva dell’Istituto Luce (il concetto di ri-utilizzo). Vedi anche l’Archivio Visconti.
Archivi produttori e archivi non produttori. Chi produce i materiali ne detiene i diritti(li può riutilizzare, vendere, etc..); chi non produce ha un diverso rapporto che va esplicitato.
Selezioni di carattere tematico. Esistono archivi specializzati (in storia, arte, teatro, scienza, etc..).
Selezioni per finalità. Archivi con indirizzi culturali, altri unicamente commerciali, o a vocazione mista.
Selezioni per tipologie di produttori. Archivi di appartenenza aziendale, pubblica o privata, di matrice sindacale, di enti o istituzioni pubbliche, fondazioni o archivi privati.
All’interno di queste classi esistono elementi trasversali per scopi, periodi di attività, tipologie di produzione e di circuitazione. Impostare una casistica o classificazione delle realtà è un passo avanti.
L’attività di un archivio audiovisivo comprende alcune fasi:
a. la raccolta di informazioni di “primo grado”, precedenti cioè alla visione e al restauro del documento stesso;
b. il restauro a diversi livelli e comunque la messa a punto di copie per la visione;
c. la catalogazione, dalla schedatura anagrafica all’analisi dei contenuti;
d. la valorizzazione dei documenti attraverso la diffusione e la promozione di eventi e iniziative;
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Dettagli appunto:
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Autore:
Laura Righi
[Visita la sua tesi: "La campagna pubblicitaria per l'audiovisivo, un'indagine sul ruolo del trailer e del marketing non convenzionale nella promozione cinematografica"]
[Visita la sua tesi: "La complessa psicologia e l'istrionismo dell'Amleto di Laurence Olivier"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Documentazione del patrimonio audiovisivo
- Docente: Michele Canosa
- Titolo del libro: Il documento audiovisivo: tecniche e metodi per la catalogazione
- Autore del libro: A. Giannarelli, O. Martini e E. Segna
- Editore: Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
- Anno pubblicazione: 1995
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