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Funzioni esecutive e menzogna nei bambini

Funzioni esecutive e menzogna nei bambini


Molti ricercatori si sono interessati all’analisi del rapporto che esiste tra le funzioni esecutive e la menzogna nei bambini.
Le funzioni esecutive costituisco l’insieme dei processi finalizzati a dirigere la condotta sotto il controllo dell’attenzione. Riguardo ai bambini si è osservato che il superamento di compiti di inibizione, necessario per la gestione di tali funzioni, si verifica attorno ai 4 anni, ma non è presente ai tre anni. Un esempio di inibizione delle funzioni esecutive è il “gioco con le mani” in cui il bambino deve ripetere una sequenza di azioni con le mani sul tavolo proposta dallo sperimentatore (pugno/pugno-mano distesa/mano distesa e viceversa).
Di recente poi è stata accertata una stretta connessione tra la capacità di inibire le funzioni esecutive e la menzogna strategica nel bambino piccolo, mediante una prova sperimentale del cosiddetto compito finestra (gioco non verbale in cui il bambino si trova dinanzi a due scatole opache e ad un adulto avversario. Una delle due scatole contiene un premio ma nessuno dei due sa quale sia e il bambino deve indicare allo sperimentatore quella da aprire. Se l’avversario indovina si tiene il premio. Dopo si passa alla fase test ufficiale in cui solo la scatole del bambino presenta una finestra in modo che egli sappia il suo contenuto e quindi se vuole può ingannare l’avversario). Mediante questo gioco è stato dimostrato che i bambini di 4 anni adottano rapidamente la strategia menzognera; mentre i bambini di tre anni non sono ancora in grado di controllare la risposta e indicare la scatola non contenete il premio desiderato.
In compiti più semplici la comparsa di condotte menzognere compare già a 3 anni.
Rapporti sociali, amicizia e menzogna nei bambini piccoli
In ambienti naturali come quello famigliare, anche bambini di 3 anni ricorrono alle bugie quando si trovano in situazioni difficili, e rischiano di essere sgridati dai genitori. Così è emerso che in ambienti famigliari, bambini di 3 anni al pari di quelli di 4 sanno ricorrere a tipi di menzogne come false negazioni, false affermazioni, false accuse. Spesso le menzogne infantili sono dette per scopi psicologici (salvare la faccia) piuttosto che materiali. Dunque si può affermare che la comparsa della menzogna infantile presuppone più una comprensione sociale delle interazioni che una comprensione astratta e teorica delle credenze (come quella presupposta dalla “teoria della mente”).
Esiste una relazione molto forte tra menzogna, relazioni tra coetanei e amicizia nei bambini. Infatti bambini rifiutati dai coetanei e senza amicizie stabili presentano un ritardo significativo nell’elaborazione cognitiva di false credenze, hanno una comprensione morale molto limitata e hanno difficoltà a distinguere tra errore e menzogna rispetto ai bambini con amicizie stabili e con un elevato grado di popolarità. L’amicizia appare quindi una variabile cruciale per lo sviluppo cognitivo e morale dei bambini. I rapporti sociali sono molto importanti al fine di sviluppare una certa sensibilità a cogliere gli aspetti intenzionali degli altri, anche quando sono ingannevoli.
Questo ci fa capire anche il perché di rilevanti differenze culturali nella valutazione della menzogna fra bambini occidentali e bambini orientali. Infatti anche se entrambi sanno distinguere tra menzogna e verità, mentre per i bambini canadesi mentire è giudicato moralmente negativo e costituisce un’azione riprovevole, per i bambini cinesi dire delle bugie sulle proprie azioni positive (es. nascondere i propri successi) è giudicato come moralmente buono. Entra qui in gioco per i bambini cinesi il cosiddetto effetto modestia (esigenza di essere modesti e umili, di annullare la propria individualità per dar spazio alla collettività, alla condivisione di gruppo, per cui la verità è subordinata rispetto alle esigenze di armonia nelle relazioni umane).

Tratto da MENTIRE di Anna Bosetti
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