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Verso una psicopatologia del significato personale. Lo scompenso psicotico


Nel processo di auto-organizzazione il sistema individuale  tende a mantenere la sua identità e la sua coerenza, cioè un’immagine cosciente di sé che abbia un sufficiente livello di autostima e di accettabilità. Le emergenze psicopatologiche vengono considerate come una modalità di attenuare la drasticità di un eventuale cambiamento dell’immagine.
Le emergenze psicopatologiche possono essere intese come modalità conoscitive ed organizzative dell’esperienza in corso, inseribili in un continuum normalità-nevrosi-psicosi che, almeno in parte, appare essere un percorso reversibile nei 2 sensi.
La psicosi può essere intesa come una particolare dimensione di elaborazione della coerenza individuale a partire dallo specifico tema di vita del soggetto. Il vissuto psicotico costituisce per il paziente il tentativo, spesso doloroso, di mantenere un’integrità ed un senso di sé accettabile, mentre per il terapeuta sembra assumere aspetti apparentemente incomprensibili.
La normalità viene a coincidere col dispiegarsi di un processo dinamico, con la flessibilità e la generatività con cui una specifica organizzazione di significato personale articola la sua coerenza sistemica lungo l’intero ciclo di vita ed ai livelli sempre più integrati di complessità organizzata e ordine strutturale che è in grado di raggiungere.
La psicosi è una modalità strutturale di elaborazione della conoscenza, il cui mantenimento della coerenza è portato avanti con una flessibilità e generatività estremamente ridotte.
Un atteggiamento delirante non è tale perché il suo contenuto di pensiero non è aderente alla realtà, ma perché questo contenuto di pensiero è difficilmente integrabile con altri contenuti e meno suscettibile di poter essere trasformato dall’esperienza in corso.

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