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Mito, “stampo del bisogno” e terapia

Mito, “stampo del bisogno” e terapia    


E’ possibile che il mito venga a riprodursi nelle generazioni successive, mantenendo inalterata la propria struttura e i ruoli assegnati a ciascuno. Se, tuttavia, il mito avesse solo una finalità omeostatica, non vi sarebbe alcuna possibilità di evoluzione e si avrebbe una stereotipata ripetizione degli stessi problemi relazionali. Ma nel corso del tempo possono aversi delle modificazioni o delle trasformazioni di funzioni fino ad allora assegnate a qualche membro familiare, con un cambiamento della trama mitica. Soprattutto nell’affrontare determinate tappe evolutive si verificano gli intoppi maggiori, per cui è frequente trovare persone che si dibattono nella ricerca di una soluzione a problemi vecchi quanto insospettati, perlomeno nei loro legami intergenerazionali. Questi problemi vengono attivati da eventi specifici in particolar modo nelle fasi critiche dell’esistenza (nascite, morti, matrimoni, cambiamenti di età, ecc.), eventi che mettono in moto determinate “costellazioni mitiche”.    
Decifrare il “mandato” o la “delega” assegnata a ciascuno diventa indispensabile se si vuole cercare di modificare lo svolgimento del mito, introducendo degli elementi che facciano da stimolo al cambiamento.    
E’ solo nel momento della scelta che l’individuo si trova nella necessità di assumersi la responsabilità delle sue azioni e di verificare nella realtà ciò che fino a quel momento si è permesso di vivere soltanto nella fantasia, spesso in contrapposizione ai vincoli impostigli dal mondo che lo circonda. Il tentativo è sempre quello di integrare, di conciliare gli elementi dissonanti; di trovare cioè una forma di compromesso che soddisfi contemporaneamente le richieste connesse al mandato familiare e quelle che nella fantasia o nella realtà si pongono in contrasto con esso. Il prodotto finale rappresenta la condensazione dei tentativi di risposta al maggior numero di richieste possibili. Il processo è sostanzialmente paragonabile alla creazione del sintomo.

Tratto da TEMPO E MITO IN PSICOTERAPIA FAMILIARE di Antonino Cascione
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