Fasi del disegno complessivo di ricerca
Esplorazione e approfondimento dell’oggetto che si intende indagare: mettere a fuoco che cosa si intende studiare (quali variabili) e perché si effettua la ricerca (quali scopi).
Contenuti e caratteristiche tecniche dello strumento di misura, campione e modalità di raccolta dei dati: tradurre scopi e variabili in contenuti di livello più analitico, specificandone i rapporti e individuando il disegno di ricerca. Il ricercatore deve produrre una o più liste di variabili di interesse, definire i motivi per cui tali variabili sono rilevanti e individuare i metodi e i livelli di misura adeguati.
A quali soggetti richiedere le informazioni desiderate e il quali modalità: Il ricercatore deve decidere se va previsto o no l’intervento di un intervistatore, qual è la popolazione target, il metodo di campionamento appropriato e la grandezza del campione (vincoli e risorse finanziati, di tempo e tecnici)
Costruzione dello strumento di misura ed eventuale ricerca pilota: Costruire un prima versione dello “strumento” (costruire le domande, definire le altre caratteristiche salienti del questionario e prevedere come saranno analizzati i dati raccolti). Nella costruzione delle domande, sono da considerare il contenuto di D, gli scopi di D, il formato di D (aperto vs. chiuso), il livello di misurazione (a intervallo, a rapporti), il numero di risposte (domanda a scelta forzata vs. a risposta multipla), il tipo di categorie di risposta (etichette numeriche o verbali,etichette solo agli estremi o su tutti gli intervalli), il grado di specificità di D (generale o specifica), l’ordine degli elementi che compongono D, la lunghezza di D (numero di parole della domanda e numero di categorie di risposta), il fraseggio di D, il numero di domande all’interno del modulo e del questionario e l’ordine delle domande all’interno del modulo e del questionario. E' necessario, inoltre, chiedersi se le domande e le categorie di risposta hanno il grado di precisione richiesto dalla ricerca e ricorrere a procedure di approfondimento (focus group o interviste in profondità), prima del pretest.
Bisogna definire, inoltre, le istruzioni/spiegazioni da dare ai soggetti (sugli scopi della ricerca, sul committente, sul luogo, sui tempi, sulla possibilità di venire informati sui risultati finali, sul livello di garanzie di confidenzialità e sui contenuti e il formato delle domande), le istruzioni agli intervistatori (su come porre le sequenze domande filtro-domande sostanziali, su come e quando effettuare il probing) e sui vincoli e procedure specifici.
Per attenuare la probabilità di distorsione delle risposte, è necessario sottolineare la necessità che l’intervistato fornisca risposte accurate, porre D specifiche, fare in modo che l’oggetto sia saliente e comprensibile, fare D per le quali si è certi che l’intervistato possieda le info necessarie, porre D aperte e/o domande filtro qualora si ipotizzi che l’intervistato non possieda le info necessarie, sollecitare (se opportuno) ulteriori risposte, usare disegni di ricerca che evitano le domande retrospettive, porre D che si riferiscono a periodi di tempo vicini, usare forme di ricordo aiutato, come le prove di riconoscimento, per le domande retrospettive, chiedere di datare o di specificare il più possibile e approfondir le R, usare landmarks, chiedere di pensare alle eccezioni e approfondire.
La fase di costruzione dello strumento deve essere condotta anche dei metodi di analisi. Le domande aperte presuppongono una costosa fase di analisi, il livello di misurazione prescelto pone restrizioni circa il trattamento statistico dei dati, le categorie di risposta sociodemografiche devono essere tali da permettere i confronti tra sottogruppi;
Verifica del grado di adeguatezza dello strumento (pretest) e costruzione della versione definitiva dello strumento: il pretest deve esser utilizzato per individuare se il tempo di compilazione è quello previsto, se ci sono domande inadeguate, ambigue, soggettivamente delicate o suggestive, se i soggetti interpretano le D come il ricercatore intende, se l’ordine delle domande confonde i soggetti, se il questionario, o la D, risultano troppo lunghi o troppo concisi, quanto la modalità prescelta è adatta alle caratteristiche del compito o dei soggetti.
Somministrazione dello strumento: diventano cruciali la competenza dell’intervistatore e la precedente pianificazione accurata di tutte le fasi. Gli “errori di pianificazione” non sono più correggibili o lo sono a costi troppo alti. L’eventuale correzione in questa fase è legata alla precondizione che venga man mano effettuata un’analisi della qualità dei dati raccolti.
Codifica, tabulazione e pulitura dei dati: è necessario assegnare ad ogni soggetto un numero di identificazione, per permettere di controllare se la tabulazione è stata accurata e assegnare ad ogni soggetto un valore per ciascuna delle n risposte alle n domande relative alle n variabili.
Continua a leggere:
- Successivo: Analisi delle qualità dei dati
- Precedente: Fasi dell’addestramento
Dettagli appunto:
-
Autore:
Alessio Bellato
[Visita la sua tesi: "Il trattamento di gioco nei bambini con autismo"]
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Psicologia
- Titolo del libro: Tecniche dell'intervista e del questionario
- Autore del libro: Zammuner
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 1998
Altri appunti correlati:
- Metodologia della ricerca applicata alla dietetica e alla dietistica
- Psicologia cognitiva ed ergonomia
- Psicologia della disabilità
- Inglese per la comunicazione
- Psicologia generale
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Il fenomeno dell'autolesionismo nella Sindrome di Lesch-Nyhan
- Indagine statistica - Uso dello smartphone e delle tecnologie digitali
- Ruolo del tratto di personalità nei giochi economici
- La motivazione nella scelta del tirocinio professionalizzante
- Misurare la resilienza: sviluppo di strumenti qualitativi
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.