IPOTESI DELLA SCHIZOFRENIA
1) IPOTESI DEL NEUROSVILUPPO: ipotizza che la schizofrenia abbia origine da anomalie nello sviluppo cerebrale che avrebbero luogo nel feto sin dal momento del concepimento, durante le fasi precoci della selezione e della migrazione neuronale. Tuttavia, i sintomi non si manifestano sino all’adolescenza;
2) IPOTESI NEURODEGENERATIVA: ipotizza alla base un processo neurodegenerativo con perdita progressiva della funzione neuronale.
La schizofrenia progredisce da uno stadio asintomatico, che precede l’adolescenza (STADIO I), verso una fase prodromica di bizzarria e un inizio di sottili sintomi negativi, che va dall’adolescenza all’inizio del terso decennio (STADIO II), la fase attiva della malattia inizia con sintomi positivi distruttivi nel terzo e quarto decennio (STADIO III), infine la malattia può raggiungere un livello stabile di scarso funzionamento sociale e di preponderanti sintomi negativi e cognitivi, nel quinto decennio o in età più tarda (STADIO IV).
3) IPOTESI DELL’ECCITOTOSSICITA’: ipotizza che alla base vi sia un’eccessiva azione del glutammato, mediata dal recettore NMDA, che media la normale neurotrasmissione eccitatoria.
L’idea è chetale normale processo di neurotrasmissione eccitatoria sfugga al normale controllo fisiologico e il neurone venga eccitato sino alla morte; si ritiene che questo meccanismo eccitotossico abbia inizio con un processo patologico che scatenerebbe un’attività glutammatergica senza sosta.
Ciò potrebbe causare l’apertura del canale del calcio, associato al recettore NMDA; infatti se una quantità eccessiva di calcio entra nella cellula attraverso il canale aperto, esso può avvelenare la cellula attivando enzimi intracellulari che formano radicali liberi dannosi; un eccesso di tali radicali liberi porterebbe ad una sopraffazione della cellula con azioni tossiche su membrane ed organelli e morte cellulare.
Una forma limitata di eccitotossicità è un meccanismo di potatura per il normale mantenimento dell’albero dendritico attraverso l’eliminazione di “legna morta” cerebrale; tuttavia un’eccessiva eccitotossicità causa varie forme di neurodegenerazione.
Un’idea è quella di intervenire precocemente utilizzando farmaci antipsicotici atipici durante la fase prodomica, prima dell’inizio dei sintomi psicotici attivi (STADIO II); ma tale strategia è controversa, dal momento che non vi è sicurezza che un intervento precoce porti ad esiti migliori, specie perché la diagnosi di schizofrenia in questa fase non risulta molto accurata. Ma è stata ipotizzata poiché dato che è possibile che la stessa psicosi danneggi il cervello a causa della distruzione neuronale eccitotossica durante la fase acuta, esiste la stimolante possibilità che attraverso un intervento precoce si riesca a bloccare e a modificare la storia naturale.
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Dettagli appunto:
- Autore: Anna Battista
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Psicologia
- Docente: Prof. Stefano Puglisi Allegra
- Titolo del libro: Psicofarmacologia essenziale. Basi neuroscientifiche e applicazioni pratiche
- Autore del libro: Stephen M. Stahl
- Anno pubblicazione: 2002
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