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Rimozione freudiana


Freud  nella Metapsicologia, 1915, distingue le rappresentazioni da quella sorta di cicatrice iniziale da cui le rappresentazioni sorgono.
Freud parla nello scritto sulla rimozione,  che certamente ci sono le rimozioni, quelle rappresentazioni che vengono in qualche modo sottratte alla dimensione cosciente ma se ragioniamo in termini meta psicologici dobbiamo pur chiederci da dove viene o per quali ragioni c’è questa modalità così privilegiata nello psichico umano che chiamiamo rimozione?
Freud dice certo c’è la rimozione ma noi dobbiamo pensare che c’è anche una rimozione diversa dalle altre, di altra natura che lui chiama rimozione originaria che dà origine alla modalità di rimozione del soggetto e dà luogo all’inconscio quello vero irriducibile alla dimensione cosciente.
Quindi l’inconscio effettivo per Freud non sono le rimozioni che circolano nel così detto preconscio ma è l’idea che ci sia una irriducibilità radicale del conscio all’inconscio: è quello che va sotto il nome di prima topica.
Ed è quello che noi in qualche modo sperimentiamo per il fatto che la dimensione autentica del soggetto quella in cui si gioca il suo destino e che presiede in qualche modo alle scelte per esempio che va a fare, agli interrogativi che va a porsi, al modo come pensa la relazione  dunque ciò che decide della vita di un soggetto è in qualche modo dentro la dimensione che non è padroneggiabile su questo asse immaginario anzi in un certo senso il livello immaginario lo distrae o lo fissa.

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