Definizione di arousal
L’immagine del soggetto attivo che abbiamo sin qui delineato ci presenta un essere che, con tutti i limiti imposti dal suo apparato mentale e dalle risorse disponibili, entra in contatto con il mondo sulla base dei suoi processi cognitivi e dei suoi processi d’azione. Il quadro sarebbe tuttavia incompleto se non si tenesse conto di quell’altra essenziale forma di relazione con il mondo e di partecipazione sociale che è costituita dall’EMOZIONE.
COMPLESSITÀ dell’EVENTO EMOTIVO, nel quale COGNIZIONE ed AZIONE confluiscono determinando, tuttavia, un fenomeno differente da entrambe Differenza prodotta essenzialmente dall’intervento dell’attivazione non soltanto del SNC che presiede alla programmazione ed al controllo dell’attività mentale e dell’azione, ma anche del SNA cui competono cambiamenti nella sfera fisiologica viscerale quali frequenza cardiaca, respirazione, tensione muscolare e così via. A tale attivazione autonomia si dà il nome di AROUSAL Anche se per alcuni autori l’arousal non è necessariamente indispensabile nell’evento emotivo, è soprattutto esso che ha richiamato in origine l’attenzione, insieme con le modificazioni dell’espressione facciale.
JAMES (1884) L’emozione è un fatto essenzialmente PERIFERICO, ossia è in sostanza la PERCEZIONE dell’AROUSAL.
LANGE raccoglie la tesi di James nell’anno successivo (1885) come TEORIA PERIFERICA dell’emozione.
CANNON (1927) Dura critica le reazioni di ordine autonomico sono troppo poco specifiche e diffuse, i recettori viscerali sono pochi e poco sensibili, gli arousal si possono presentare sia in emozioni molto diverse sia durante stati non emotivi egli propone una TEORIA CENTRALE dell’emozione, nella quale quest’ultima è vista come un evento cui concorrono, fin dal primo insorgere dell’attivazione autonomia, anche strutture del sistema nervoso centrale.
I lavori sul tema che si sono susseguiti in questi anni rendono ormai del tutto insostenibile una teoria puramente periferica dell’emozione, pur nulla togliendo all’importanza dell’attivazione autonomia, ma piuttosto facendovi sempre più strettamente convergere fattori di ordine cognitivo (Coinvolgimento dei “centri alti” nelle emozioni: strutture libiche, ipotalamo, collegamenti neo-corticali specie nelle zone pre-frontali). Differenze invece si danno sull’importanza da attribuirsi a tali fattori e sul loro modo di intervento. Altre differenze fra le teorie psicologiche riguardano l’esistenza di emozioni fondamentali o basiche, l’importanza del sistema facciale, il modo di connettere valutazioni, rappresentazioni e tendenze all’azione.
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Autore:
Ivan Ferrero
[Visita la sua tesi: "Espressioni facciali e i volti della menzogna. Dagli studi di Paul Ekman al ''successo'' di Cal Lightman"]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicologia di comunità
- Docente: Amerio e De Piccoli
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