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"Riva del mare nella luce della luna" (Caspar David Friedrich)


Quest'opera spiega in maniera esemplare il concetto di "sublime" ripreso dalla filosofia Kantiana; è uno stato d'animo provato davanti ad un'entità smisuratamente grande che genera a sua volta in noi un senso di piccolezza ed inferiorità.
In questo quadro infatti non è il soggetto ad avere il posto di spicco, ci sono tre velieri lungo una diagonale, ma l'atmosfera. Essa è cupa, nuvolosa, l'orizzonte a metà altezza separa cielo e mare, è il riverbero della luna ad evidenziare i due spazi, in quanto essi si richiamano per la presenza del colore nero.
Il tessuto dei colori è duplice, blu e nero con leggere sfumature di verde acqua a causa della luce, non proveniente dalla luna perchè coperta, ma dal riflesso che essa genera sull'acqua.
In primo piano ci sono tre barche ma sono immerse nell'oscurità e si confondono con gli scogli. Le nubi in cielo sono dense, oscure nei toni del blu e del nero, i tre velieri sono masse informi (si percepisce solo la forma delle vele) che appaiono in viaggio verso una meta sconosciuta dallo spettatore stesso.
L'opera è equilibrata tra la massa del cielo e della terra, ed è anche dinamica, c'è un forte senso di vastità ed immensità che grava sui velieri, emblema della fragilità delle creature terrene.

Tratto da TANDEM di Elisa Giovinazzo
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