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L’impatto ideologico del fascismo europeo - Eric J. Hobsbawm


Se il movimento fascista non fosse andato al potere in Germania, un paese destinato a giocare un ruolo politico di primo piano in Europa, non avrebbe saputo esercitare grande influenza e forza presso Stati e movimenti che si trovavano in situazioni idonee. Il fascismo, diversamente dal comunismo, non esistette in Asia e in Africa perché esso non aveva connessione con le situazioni politiche locali. Questa affermazione vale in linea di massima anche per il Giappone, affine ideologicamente al nazismo tedesco (società rigidamente gerarchica, appartenenza ad una razza di primo livello), meno al fascismo italiano, ma decisamente non un paese fascista con una società il cui imperatore era venerato per le sue origini divine.

Resta però un continente nel quale l’impatto ideologico del fascismo europeo fu innegabile: l’America. Mentre nell’America del Nord i movimenti politici che si ispiravano all’Europa non avevano grande significato e l’antisemitismo di allora doveva la sua ispirazione più al corporativismo cattolico che al fascismo, aperta e riconosciuta fu l’influenza del fascismo europeo nell’America latina. Sebbene l’influenza fascista ebbe effetto solo nella politica interna dei singoli paesi, ad eccezione dell’Argentina, essa si spiega facilmente. Gli Stati Uniti dopo il 1914 avevano perso la loro immagine ottocentesca degli alleati delle forze progressiste locali e per tale motivo l’America latina non li guardava più con grande simpatia. Visto da oltreoceano, il fascismo sembrava innegabilmente un movimento vincente. Se c’era un modello da imitare, questo poteva essere il fascismo.

Ma tuttavia le politiche e i risultati di tali leader politici, che non facevano mistero del debito intellettuale contratto da Hitler e Mussolini, erano diversi dai loro modelli europei. Ciò che i leader latino-americani presero dal fascismo europeo fu la deificazione da parte delle masse di capi decisi ed energici. Ma le masse che essi volevano mobilitare non erano composte da persone che temevano di poter perdere qualcosa, ma di persone che non avevano nulla da perdere. E i nemici contro cui mobilitarono quelle masse non erano stranieri o gruppi da emarginare ma l’oligarchia. Peròn trovò la sua base più forte nella classe operaia argentina, il suo movimento era strutturato sul modello dei partiti socialisti ed era costruito attorno ad un grande sindacato dei lavoratori. Getulio Vargas in Brasile percorse la stessa strada.

I regimi europei fascisti distrussero i movimenti dei lavoratori; i capi latinoamericani, che al fascismo si ispiravano, li costruirono. Storicamente, qualunque sia stata la filiazione intellettuale, non possiamo parlare dello stesso tipo di movimento.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
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