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Il fascismo in Italia e Germania - Eric J. Hobsbawm


In queste condizioni le vecchie élites erano tentate di affidarsi all’estrema destra, come fecero i liberali italiani con i fascisti di Mussolini nel 1920-22 e come fecero i conservatori tedeschi con i nazionalsocialisti di Hitler nel 1932-33. Né in Italia né in Germania il fascismo conquistò il potere: in entrambi i casi il fascismo pervenne al potere grazie al connivenza del vecchio regime. La novità del fascismo fu che, una volta al potere, si rifiutò di accettare le regole del vecchio gioco politico e, dove potè, assunse il pieno controllo dello Stato,

A questo punto dobbiamo brevemente sbarazzarci di due tesi sul fascismo: quella del fascismo come rivoluzione e quella del fascismo come espressione del capitalismo monopolistico o dei grandi interessi economici borghesi. Tra gli aderenti del movimento fascista vi erano persone che volevano una trasformazione totale della società, spesso in senso spiccatamente anticapitalistico e antioligarchico. Se da una parte il nazismo ottenne l’epurazione radicale delle vecchie élites dell’impero guglielmino, esso deve comunque essere considerato una modernizzazione e rivitalizzazione del vecchio regime piuttosto che un regime sostanzialmente nuovo. Dal canto suo, la “rivoluzione fascista in Italia” faceva parte della retorica di regime. Il fascismo era infatti un regime che faceva gli interessi delle vecchie classi dirigenti. Era nato come una difesa contro le agitazioni sociali rivoluzionarie del periodo postbellico. Semmai, il vero significato storico del fascismo sta nell’avere ispirato Hitler, che non mancò mai di riconoscerlo.

Quanto alla tesi del fascismo come espressione del capitalismo monopolistico, la questione è che il grande capitale può venire a patti con qualunque regime che non intenda effettivamente espropriarlo e dunque ogni regime deve venire a patti con esso. Si deve tuttavia affermare che per il grande capitale il fascismo presentava dei vantaggi: eliminò o sconfisse il pericolo della rivoluzione sociale, soppresse i sindacati, distrusse i movimenti socialisti, contribuendo a garantire agli imprenditori una via d’uscita favorevole alla depressione.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
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