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Gadamer – La filosofia: un ininterrotto dialogo con se stessa


Per i greci l’essere è inteso come presenza, come l’isola che spunta al mattino e come l’evidenza della verità senza tempo che ai greci si schiude nella matematica e nelle sue funzioni logiche.

Il suo interesse per il giapponese e per il cinese mostra anche quanto fosse alla ricerca di anticipa-zioni attraverso cui il linguaggio potesse essergli d’aiuto per aprire nuovi itinerari di pensiero. Il lin-guaggio non fonda, bensì dischiude nuovi orizzonti. Il linguaggio resta dialogo anche nel filosofare.
Filosofia vuol dire un continuo superamento di tutti i propri concetti, così come il dialogo è un continuo superamento di sé attraverso la risposta dell’altro. La storia della filosofia è dunque un ininterrotto dialogo con se stessa. I filosofi disfano continuamente la loro tela come Penelope.

Il ricordo degli inizi greci fa sì che venga alla luce il nesso tra rituale e linguaggio filosofico. Dopo l’introduzione della scrittura la cultura greca conserverà a lungo una forte oralità. Solo la fonda-zione matematica di quel che in età moderna è diventata la scienza ha portato alla dissoluzione dell’unità di culto, rituale, canto e linguaggio, retorica e poetica, e alla fine di scienza e filosofia.

Ci si dovrà forse domandare se il modo di pensare greco è stato all’altezza del problema del linguaggio. La lingua greca non aveva neppure una parola per indicare linguaggio e le lingue straniere erano per i greci un mormorio incomprensibile. In verità ogni lingua è scambio di parola e risposta e non è solo una schermaglia. Il dialogo è di più, ma questo più può anche essere meno.

Tratto da LINGUAGGIO di Domenico Valenza
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