Natura e origine degli affetti secondo i filosofi: Spinoza e i giusnaturalisti
La maggior parte di coloro che hanno scritto sugli affetti sul modo di vivere degli uomini, danno l’impressione di trattare non di cose naturali, che seguono le comuni leggi della natura ma di cose che sono al di fuori di esso.
Il trattato teologico - politico di Spinoza proteso alla difesa della libertà di pensiero, di parola e di coscienza, affronta anche il problema politico contrapponendosi al procedimento metodologico seguito nell’etica: non l’Assoluto, ma il singolo modo finito costituisce l’immediato punto di partenza. Dopo aver separato la filosofia dalla teologia, l’autore si propone di determinare quale estensione abbia la libertas in uno Stato ben ordinato.
Spinoza, come i teorici giusnaturalisti, imposta il problema del fondamento del potere partendo dal concetto di diritto naturale. Ma a questo concetto segue nel cap. 16 le nozioni di stato naturale, di contratto e di stato civile. Per Spinoza sono la potenza e le leggi della natura a costruire il diritto.
La concezione Spinoziana del diritto e dello Stato si inserisce in una cornice schiettamente giusnaturalistica , la quale presenta notevoli punti di convergenza con il pensiero di Hobbes, del quale Spinoza conosceva senz' altro il De cive e, forse, la traduzione olandese del Leviatano . Anche Spinoza parte dall'ipotesi di uno stato di natura che preceda la società civile . In questa condizione il diritto di ciascuno è eguale al suo potere, cioè alla forza di cui dispone per affermare il proprio essere : il più forte predomina sul più debole . Infatti , il potere del singolo non è che la stessa potenza della natura , della quale egli è espressione particolare.
Lo stato di natura è quindi una condizione di insicurezza e di pericolo , dal momento che ciascuno è esposto alla possibilità di avere meno forza , meno potere , e quindi meno diritto naturale , di un altro . La ragione, che indica agli uomini il loro vero bene , cioè la loro vera utilità , li induce pertanto a istituire un patto sociale , con il quale il diritto-potere di ciascuno viene limitato in modo da garantire a tutti la sicurezza della propria persona : si cede parte del proprio potere personale a favore di un' istanza superiore ; ma il popolo che rinuncia a parte del proprio potere come singolo lo riacquisisce poi come collettività ; in questo sta la differenza rispetto ad Hobbes, secondo il quale il popolo rinuncia al proprio potere individuale per darlo ad una persona singola , il sovrano . E' quindi lo stesso impulso all'autoconservazione , lo sforzo di perseverare nel proprio essere, che l' uomo condivide con tutti gli esseri naturali a produrre in maniera necessaria , il passaggio dallo stato di natura a quello civile . In due punti il pensiero politico di Spinoza si differenzia tuttavia da quello di Hobbes, prefigurandone esiti del tutto diversi . In primo luogo, Spinoza non ritiene che nel patto i singoli rinuncino al loro diritto naturale , ma al contrario che essi attuino semplicemente , attraverso la sua limitazione , le condizioni necessarie per conservarlo . Per questo , per quanto riguarda la quantità di diritto detenuto dal singolo , la condizione civile per Spinoza deve somigliare il più possibile a quella naturale.
Se nello stato di natura gli uomini erano eguali , eguali dovranno essere anche nello stato civile. Ciò induce Spinoza a preferire la democrazia alle altre forme di governo ( mentre Hobbes difendeva la superiorità della monarchia ) : tuttavia anche per lui il potere sovrano , quantunque democratico , deve necessariamente essere assoluto . In secondo luogo , Spinoza ritiene che tra i diritti naturali cui l' uomo non può rinunciare nel passaggio allo stato civile si debba annoverare la libertà di pensiero e di espressione , troppo spesso negata agli uomini . Nessun governo può quindi restringere questa facoltà , purché essa si limiti all' analisi razionale e abbia quindi , di per sé , un valore esclusivamente teorico.
La libertà di pensiero non può infatti tradursi in un diritto di resistenza che comporti un' attività politica pratica , poiché ciò minerebbe alle fondamenta la sicurezza dello Stato . Sarà compito dei governanti prendere in considerazione le libere analisi dei sudditi e tradurle , in caso di un loro accoglimento , in realtà politica . Sia a causa della situazione storica in cui vive , sia per via dei presupposti concettuali del suo pensiero, Spinoza rimane sospeso tra l' aspirazione a una condizione politica che superi le angustie dell' autoritarismo ( com’era stato tratteggiato da Hobbes) e l’impossibilità di formulare una dottrina dello Stato autenticamente liberale (come sarà quella di Locke).
Inoltre il patto sociale di Spinoza, è un patto con cui gli uomini convengono di regolare i loro atti attraverso il solo dettame razionale, infatti esso ha forza e si mantiene valido solo in ragione della sua utilità, che consiste nella speranza di un bene e nel timore di un male. E se l’utilità cade, il patto viene annullato.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Carmen Maiorino
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- Esame: Storia del pensiero politico moderno, a.a. 2010/2011
- Titolo del libro: Il pensiero politico dell'età moderna
- Autore del libro: A. Andreatta e A.E. Baldini
- Editore: Utet
- Anno pubblicazione: 2008
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