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Romanzi di Pirandello. Dal verismo alla soggettività messa in discussione



I romanzi a partire da Marta Ajala scritto nel 1993 e poi ripubblicato nel 1901 col titolo L’ esclusa, Il Turno (1895), Il fu Mattia Pascal (1904), I vecchi e i giovani (1906,1909, 1913), Quaderni di Serafino Gubbio operatore (1915, 1925) Uno, nessuno e centomila (1925-26).
Pirandello parte dal verismo o naturalismo dominante nella seconda metà dell’ ottocento e che voleva un’ opera d’ arte vera, che sembrasse fatta dalla natura o fattasi da sé e nella quale la mano dell’ autore non si dovesse vedere. Verga impersonalità, regressione. Lo supera quasi subito perché la realtà per pirandello non è una e quindi non è oggettivamente rappresentabile. Per arrivare a un romanzo non solo soggettivo, ma nel quale la soggettività in sé è il tema principale e viene continuamente messa in discussione. Possiamo dire che i romanzi di Pirandello sono romanzi sperimentali assolutamente novecenteschi se è vero come è vero che il romanzo del Novecento si propone per prima cosa di distruggere il romanzo dell’ ottocento e la finzione narrativa del narratore onnisciente, che sta sopra la materia, la domina e ce la propone come assolutamente credibile e vera.

Tratto da L'OPERA E IL PENSIERO DI LUIGI PIRANDELLO di Loredana Rossi
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  • Autore: Loredana Rossi

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