La coscienza dell’inconscio, paradosso della cultura post-moderna
Siamo quindi davanti ad un paradosso della cultura post-moderna: la coscienza dell’inconscio, cioè la consapevolezza dei fattori sovra-individuali che condizionano l’individualità.
La modernità ha preso coscienza del fatto che esistono fattori non controllabili dagli individui che condizionano non solo la vita e le scelte, ma anche le intenzioni, i vissuti, il significato dell’esperienza.
Nella post-modernità questo convincimento acquista nuovi significati: nel passato infatti esisteva sempre un presupposto di razionalità nel gioco delle forze che spingeva in una direzione sensata.
Nella concezione attuale invece l’uomo è giocato da forze che non hanno un piano.
Il paradosso della modernità non è tanto la consapevolezza che esistono condizionamenti, ma è il venir meno della convinzione che i condizionamenti obbediscano ad un disegno.
La conseguenza è un aumento del bisogno di tolleranza e fraternità (crescita del volontariato, centralità dei valori dell’amicizia e della tolleranza).
Oggi il compito della costruzione d’identità è quello di confrontarsi con una visione nichilista e la post-modernità non può dare supporti valoriali ma impone la ricerca di nuovi valori che possano convivere con la caduta dei quadri di riferimento e con la consapevolezza dei condizionamenti sottesi alla nostra coscienza e al nostro autocontrollo.
In questo senso il benessere ed i l consumismo costituiscono un sistema di valori che organizza il comportamento degli individui e che offre spunti all’identità personale e che contiene nella sua struttura gli elementi per la costruzione di identità, offrendo uno specifico progetto di integrazione dell’Io e del Sé e diventando una visione del mondo entro cui le identità personali possono formarsi e pervenire al loro stato di individualità.
Il consumismo offre molte opportunità di integrazione dei bisogni del Sé e dei bisogni dell’Io.
Soddisfa i bisogni del Sé perchè offre la possibilità di appagare il bisogno magico del Sé di realizzare l’onnipotenza e di circondarsi di oggetti che rassicurano e danno un senso di realizzazione dei propri desideri. Gli oggetti diventano magicamente portatori di una realizzazione che va oltre la funzione dell’oggetto e che consente all’acquirente di soddisfare simbolicamente un bisogno che non ha solo una natura pratica e funzionale. Infatti si può parlare di consumismo solo se gli oggetti di consumo si caricano di valenze che eccedono il loro significato pratico.
Si ha “consumismo psicologico” quando si sovrappongono il livello razionale dell’acquisto ed il livello emotivo e simbolico di carattere magico. Per il Sé, il consumismo è il modo di assecondare la componente magica e onnipotente del Sé.
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Dettagli appunto:
- Autore: Priscilla Cavalieri
- Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
- Corso: Relazioni Pubbliche
- Esame: Psicologia dei Consumi
- Docente: Russo
- Titolo del libro: Io e sé. Psicologia della personalità e contraddizioni di cultura
- Autore del libro: Giovanni Siri
- Editore: UTET Università
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