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Le forme linguistiche in Bloomfield


Nell’accezione assunta dal termine scientifico è implicito il rifiuto dei dati non direttamente osservabili o fisicamente quantificabili. Presupposto del carattere di scientificità dell’indagine è la presenza di un corpus, tale da poter essere sottoposto a procedure di osservazione.
Centrale, in tale angolazione, è la nozione di contesto. L’analisi del contesto di un elemento in un enunciato implica l’osservazione e l’analisi degli elementi che lo precedono e lo seguono. Gli enunciati sono segmentati in unità minori e analizzati per identificare i costituenti immediati (C.I.).

L’apparato metodologico che ebbe origine dal distribuzionalismo improntò gli studi linguistici di più generazioni. Così la nozione di forma è usata nel senso bloomfieldiano di sequenza di fonemi, ed il morfema è detto free, libero, quando può essere isolato. Negli altri casi, esso è legato, bound. I linguisti in questa tradizione sono arrivati a distinguere forme grammaticali e lessicali.

Assumendo come oggetto d’indagine strutture superiori alla frase, Harris si discosterà dalla descrizione distribuzionalista per cui solo la frase come espressione linguistica indipendente è rilevante per la linguistica, ed il discorso è un aspetto indefinito dell’uso linguistico. Tale nuovo orizzonte sarà fecondo in Francia, nelle ricerche intorno al concetto di analyse du discours.

Tratto da INTRODUZIONE ALLA LINGUISTICA APPLICATA di Domenico Valenza
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