Skip to content

Un'equazione parametrica del personaggio


Aristotele dice che nell'epica e nella tragedia non si agisce per imitare i caratteri ma si creano caratteri e personaggi per motivare le azioni perché mentre senza azioni non può esserci poesia e senza caratteri può verificarsi lo stesso un racconto. Il racconto dunque è il fine della tragedia e dell'epica che si presentano come imitazione di azioni e modi di vita, non come imitazione di uomini.
Il personaggio è quindi composto da due elementi
1) primo elemento autonomo e necessario alla funzione narrativa → L’AGENTE
2) secondo elemento accessorio e dipendente dal primo → IL CARATTERE
L’agente è in funzione del racconto, il carattere è subordinato alla funzionalità dell’agente. Il carattere deve essere sempre appropriato e coerente all’azione dell’agente e alla sua funzionalità in modo che il personaggio risulti costruito secondo necessità e verosimiglianza. L’agente può essere corredato anche di PENSIERO e avere così la capacità di formulare idee attraverso il linguaggio.
Nel corso della narratologia, la distinzione aristotelica tra agente e carattere ha conservato un valore indiscutibile: per i formalisti russi, infatti, il personaggio è una marionetta nelle mani dello scrittore in grado di risolvere e chiarire eventuali complicazioni dell’intreccio, ne semplifica il meccanismo concentrando l’attenzione (Sklovskij).
È un sentiero che facilita l’attraversamento del lettore nel testo in quanto la storia può fare del tutto a meno dell’eroe e della sua caratterizzazione, il personaggio è concepito come un mezzo per concatenare i motivi (Tomasevskij).
Il personaggio diventa l’elemento motivante di connessione degli eventi perché solo se gli eventi narrati sono prodotti e subiti da esseri antropomorfi acquistano senso e si organizzano in una serie temporale strutturata (Bremond).
Roland Barthes ha compiuto un ulteriore passo avanti attribuendo un significato aggiunto a tutti gli elementi che prima erano considerati satelliti appartenenti all’ordinabilità cronologico causale, relativi alla sfera dinamica degli eventi e delle azioni ma a cui non si era in grado di dare una spiegazione: secondo lo strutturalista “nell’ordine del discorso ciò che è notato è per definizione notevole, quindi tutto ha senso”; se anche un dettaglio può sembrare irrilevante ad un primo livello, acquisterà sicuramente significato ad un secondo livello (cfr anche struttura figurativa di “Underworld”). Il personaggio non è più somma tra agente e carattere ma deriva dall’integrazione degli indizi (funzionalità dell’essere) e dalla correlazione di questo con il sintagma delle funzioni (funzionalità del fare). Se le azioni (funzioni) sono ordinate cronologicamente in un serrato meccanismo di causa-effetto, gli indizi, privi di limitazioni crono-logiche, attraversano il testo e sono indistinti tra loro; il paradigma degli indizi si comporta come un’equazione parametrica: “definisce il personaggio come un luogo testuale le cui coordinate sono espresse in funzione di variabili o parametri instabili, gli indizi”. Secondo Hamon, bisognerebbe parlare di “effetto personaggio”: un effetto prodotto da un forte meccanismo ripetitivo e correlato di elementi posti a distanza variabile che rimandano ad un significato discontinuo quanto il suo significante. Nella mente del lettore, la figura del personaggio si crea quindi grazie ad una lunga “attività di memorizzazione e ricostruzione” da lui stesso operata. Il personaggio acquista significato mediante un processo cumulativo, lungo tutto il libro, caratterizzato da “pennellate” di indizi che creano un’immagine di vita, di movimento, un ritratto del personaggio, un diagramma.
Funzioni del nome proprio nel testo narrativo:
a) funzione economica: condensa i tratti e gli indizi che caratterizzano il personaggio in una sola unità nominale
b) funzione mimetica: ci fa pensare al personaggio come se fosse una persona reale, come se avesse un’anima e un avvenire al di fuori del testo narrativo in cui vive
c) contrassegno: il nome è la spia di un supplemento di indeterminato ed il personaggio non sembra riconducibile alla somma delle sue qualità o azioni.

Tratto da IL TESTO NARRATIVO di Priscilla Cavalieri
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.