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Il grottesco contemporaneo: Ciprì e Maresco, Moretti

Il grottesco contemporaneo: Ciprì e Maresco, Moretti


Ciprì e Maresco

In Ciprì e Maresco troviamo la tomba del grottesco, non ci riferisce la resa mostruosa dell’umano, ma la debole umanizzazione del mostro, cioè di colui che per natura sta al di fuori della società.
La subumanità è il carattere sociale distintivo, è l’azzeramento di qualsiasi spessore psico-sociale del soggetto. Non c’è più alcuna perversione, ci sono solo la pulsione e il suo soddisfacimento.

Lo zio di Brooklyn: è un racconto con trama praticamente assente, a Palermo viene chiesto a quattro fratelli di tenere prigioniero un uomo da parte di due nani mafiosi. E’ il racconto di un’umanità ridotta alla fisiolgia, dove l’handicap non è l’eccezione ma definisce la natura propria dell’umano. Nella fine del film tutti quelli che sono comparsi nel film accorrono in una festa che riprende completamente l’imagérie grottesca: astrazione dell’ambiente, reversibilità della morte in vita. Il ballo attorno al carro funebre.

Toto che visse due volte: composto da tre episodi il rapporto tra grottesco e sublima e triviale e sacro;
1. Paletta è una figura cristologica costretta  a percorre le via crucis fino a ritrovarsi morto nel tabernacolo al posto di Cristo.
Si viene a rappresentare la trasposizione fino ai livelli più bassi del realismo. Il grottesco gioca sulla coincidenza degli opposti, di sacro e sublime.

Nanni Moretti

Nanni Moretti rappresenta l’innesto del neorealismo e della commedia all’italiana con una sorta di tradizione del cinema della modernità. In Moretti ritroviamo l’erranza a sfavore dell’azione (neorealismo) ed il fallimento comico dell’azione stessa divenuta inefficace (commedia).

Caro Diario: film in 3 episodi
1 impossibilità di iscriversi al corso di ballo (ballo come tema classico della commedia italiana in cui gli errori sono immediatamente divertenti)
2 centralità dei bambini Moretti ricalca il ballo di Silvana Mangano in Anna

Il grottesco in moretti si configura nella costruzione della maschera di Michele Apicella che combina in sé tutti i caratteri soffocanti dei cliché e dei luoghi comuni come unici collanti dell’identità psico-sociale! Ponendo la distanza fondamentale mediata dal commento.

Aprile non è un film politico, è un film sull’impossibilità di convertire qualcosa da dire che porti i segni di una qualche originalità.
Personalmente ho trovato parodico del grottesco puro l’ansia che precede la nascita del bambino,  la maschera incongruente del padre terrorizzato e del regista sebbene affermato indeciso. Bossi e i leghisti sono il grottesco, diciamo che è un documentario grottesco il cui soggetto lo rende grottesco.

Tratto da IL GROTTESCO NEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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