Il cinema di Salò
Il centro produttivo viene spostato a Venezia tentando di creare una nuova cinecittà che era stata smantellata dalla guerra e dai tedeschi. Tuttavia ci sono pochissime sovvenzioni e non si crede più nel potere propagandistico del cinema. La prima preoccupazione è quella della ripresa dei Cinegiornali Luce, si tenta di reclutare operatori ed artisti anche non di fede fascista offrendo laute paghe e la promessa di non fare opere propagandistiche; la fede nel fascismo stava calando e non si voleva stare al servizio del regime. L’obiettivo primario dei cinegiornali era lasciare la guerra sullo sfondo ed esaltare cronache sportive o mondane ed a screditare i partigiani; le notizie dal fronte sono evitate e ci si concentra sul fronte interno, le apparizioni del Duce sono sempre più limitate. Vengono anche prodotti una ventina di film con registi di secondo piano che affrontano temi sentimentali, drammatici o commedie. La gestione di Venturini viene duramente attaccata e fin dal dopo guerra gli studi di Venezia sono smantellati.
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Autore:
Asia Marta Muci
[Visita la sua tesi: "Panoramiche d'interni. Approfondimenti e divagazioni sul cinema e l'unità di luogo"]
- Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
- Esame: Storia del cinema italiano
- Docente: Gianni Canova
- Titolo del libro: Guida alla storia del cinema italiano
- Autore del libro: Giampiero Brunetta
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 2003
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