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"La classe operaia va in paradiso" e "La proprietà non è più un furto"


LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO un operaio modello lavora giorno e notte perché pagato a cottimo e mosso da una profonda pulsione di massimizzazione delle prestazioni, si taglia un dito lavorando, da qui aderirà estremamente allo sciopero arrivando a ricevere la lettera di licenziamento. La fabbrica diventa il desiderio assoluto; L’eccesso si colloca oltre la legge, spingendo ad aderire allo sciopero. L’adesione eccessiva condanna Lulu al fallimento nella sfera del privato e sociale: l’adesione troppo mimetica alla maschera del lavoratore prima, e dello scioperante poi, rappresentano l’esasperazione grottesca. LA PROPRIETA’ NON E’ PIU’ UN FURTO è un gioco tra tre ladri Macellaio: ladro con la copertura del ruolo sociale Ragioniere: diventa ladro per necessità L’attore: lo pratica come tecnica raffinata Il poliziotto: deve il suo ruolo al potere e all’esistenza degli altri tre. Il grottesco si registra in questo caso nella mancata opposizione tra bene e male, ma solo la costruzione di maschere. Peculiare la maschera del ragioniere total per il quale essere e avere coincidono: il ragioniere per cambiare la sua misera esistenza si licenzia dalla banca e cominciare a derubare e perseguitare il macellaio arricchito. Le maschere sostituiscono un mondo senza volto.

Tratto da CORPO E MASCHERA NEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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