Teoria dell’assimilazione di Rock
Teoria dell’assimilazione di Rock: gli stimoli vicini ai bordi di un oggetto tendono ad essere percepiti come parte dei bordi stessi, allargandoli o stringendoli a seconda che siano posizionati all’interno o all’esterno dei bordi.
Percezione del movimento, due sistemi:
- Sistema immagine-retina, dove l’immagine di un oggetto in movimento si muove lungo la retina ma i nostri occhi sono fermi;
- Sistema occhio-capo, dove gli occhi seguono un oggetto in movimento ma nonostante l’immagine visiva sia ferma sulla retina, possiamo percepire il movimento.
Circuito neurale per la percezione del movimento: secondo questo modello, per avere la percezione del movimento non è necessario che un oggetto sia realmente in movimento, ma basta che occupi prima un campo recettivo e poi quello successivo.
Teoria dell’efflusso: considerata valida, sostiene che i segnali di movimento retinici siano cancellati dai segnali efferenti inviati dal cervello ai muscoli oculari. Il cervello invia due copie per ogni segnale: una arriva direttamente ai muscoli oculari, l’altra viene detta segnale corollario e arriva al comparatore, che è una struttura che compensa i cambiamenti di immagine dovuti ai movimenti oculari.
Sistema di riferimento: è fondamentale per la percezione del movimento, in quanto si dice che un oggetto si è mosso quando ha cambiato posizione nel tempo rispetto ad un punto di riferimento.
Movimento biologico: è il movimento derivato da forze interiori dell’organismo. È chiaramente percepibile con alcune luci attaccate a un corpo umano che si muove nel buio. Anche con forme di movimento semplici e stilizzate possiamo rilevare azioni ed emozioni.
Percezione del tempo di contatto o collisione: è necessario tener conto della distanza e della velocità dell’oggetto in avvicinamento.
Tau
è la variabile ottica che esprime il tempo di collisione stimato, dato
dal rapporto tra la distanza e la velocità dell’oggetto.
Per
avvicinamenti in condizioni di accelerazione, tau specifica il tempo di
collisione precisamente solo negli ultimi istanti, mentre per i tempi
precedenti comporta un errore: l’azione quindi, se calibrata in base al
tempo di collisione stimato, sarà più sincronizzata nelle ultime fasi
del movimento rispetto alle prime.
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Dettagli appunto:
- Autore: Giulia Bonaccorsi
- Università: Università degli Studi di Parma
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Scienze Motorie
- Esame: PSICOBIOLOGIA
- Docente: Prof.ssa Vera Ferrari, Prof.ssa Lucia Riggio, Prof. Christian Franceschini
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