Terapia riabilitativa dopo artroprotesi di ginocchio
È importante che il terapista conosca le modalità di fissazione della protesi, la qualità dell'osso, il tipo di intervento chirurgico effettuato e se vi è stata la conservazione o meno del legamento crociato posteriore (il legamento crociato anteriore di solito viene rimosso). La conservazione del LCP può avere vantaggi in quanto permette di tornare più semplicemente ad una cinematica normale del ginocchio ed è garantita una buona stabilità posteriore, ma ha anche i suoi svantaggi poiché comporta una maggiore difficoltà, nel correggere le contratture in flessione e comporta un eccessivo scivolamento del femore sulla tibia. Il protocollo post-operatorio comunque sarà essenzialmente lo stesso indipendentemente dal fatto che la protesi sia cementata o meno. Ciò perché la fissazione delle componenti femorali e tibiali è talmente buona che il loro spostamento è molto raro. La stabilità raggiunta, con l'uso delle viti, perni, è tale da sostenere un carico completo; solo nel caso in cui le condizioni dell'osso non siano ottimali si posticipa il carico.
Gli obbiettivi della riabilitazione saranno: prevenire i danni da allettamento; recupero del rom articolare, rinforzo muscolare; deambulazione autonoma, reintegro del paziente nelle attività di vita quotidiana.
Tenendo conto delle condizioni generali del paziente nel post-operatorio la terapia può iniziare dopo la rimozione dei drenaggi, all'incirca in 2°-3° giornata:
- Controllo dell'infiammazione e del dolore: crioterapia che ha effetto algosedativo (rallenta la conduzione di stimoli nocicettivi) e antiedemigeno (evita un riversamento a livello articolare)
- Prevenzione delle complicazioni vascolari e polmonari:
- profilassi della trombosi venosa profonda, possibile complicazione dopo l'intervento, con l'utilizzo di calze elastiche
- movimenti attivi della tibio-tarsica (ha funzione di pompa muscolare, facilita il ritorno venoso, evita complicanze vascolari quali flebiti e trombo-flebiti)
- MPC che garantisce la mobilizzzazione passiva in flesso-estensione del ginocchio, si aumenteranno i gradi fino alla dimissione cercando di raggiungere i 90°.
- ginnastica respiratoria: viene effettuata con l'aiuto degli arti superiori per favorire l'espansione della gabbia toracica, per l'ossigenazione dei tessuti e per evitare le complicanze polmonari (atelectasia o polmonite post-operatoria).
Mobilizzazione attiva-asssistita ed attiva per il recupero del ROM articolare dell'arto inferiore secondo tolleranza del paziente:
- flessione dell' anca a ginocchio flesso
- abduzione- adduzione dell'anca
- flessione del ginocchio con scivolamento del tallone sul lettino
- rinforzo del m. quadricipite con contrazione isometriche
- elevazione dell'anca a ginocchio esteso, dapprima assistite, in seguito attive
In base alle condizioni generali del paziente si potrà passare alla stazione eretta anche in 3° giornata, con l'ausilio di un deambulatore, concedendo in caso di protesi cementate il carico a tolleranza del paziente anche subito dopo l'intervento e incrementandolo fino alla 6° settimana post-operatoria, quindi:
• deambulazione con ausilio di un deambulatore
• insegnare al paziente esercizi da ripetere a casa e istruirlo circa l'utilizzo dei bastoni canadesi
Il paziente viene dimesso all'incirca in 15° giornata.
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Dettagli appunto:
- Autore: Stefania Corrai
- Università: Università degli Studi di Sassari
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Fisioterapia
- Esame: Malattie apparato locomotore
- Docente: Tranquilli Leali
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