Classificazione della fibra e determinazione di quella usata in nutrizione enterale
Dal punto di vista pratico è utile classificare la fibra a seconda della sua solubilità in acqua, si distinguono pertanto:
- le fibre insolubili (lignina e cellulose)
- le fibre solubili (pectine, gomme e mucillagini)
- le fibre miste (crusca, inulina, frutto-oligosaccaridi) che hanno un grado di solubilità intermedio.
Le fibre insolubili incrementano la massa fecale (efficace se il paziente è idratato altrimenti fa da tappo), hanno un grado di fermentabilità molto ridotto ed elevate proprietà igroscopiche (l'acqua trattenuta diluisce le sostanze tossiche presenti nel lume e, accelerando il transito intestinale, ne riduce il tempo di contatto con la mucosa).
Le fibre solubili non incrementano significativamente la massa fecale, hanno un grado di fermentabilità elevato (soprattutto nel cieco e nel colon destro) e rallentano la velocità di transito intestinale. La pectina assorbe l'acqua quindi è indicata in caso di diarrea (es. carote cotte ne sono ricche). La crusca fa altrettanto ma non gelifica.
La fibra utilizzata in NE
Due esempi di fibra utilizzata in NE sono:
- I fruttooligosaccaridi (FOS) sono oligosaccaridi non digeribili di origine vegetale costituiti da catene di glucosio e fruttosio (fibra solubile); essi sono il nutrimento specifico dei bifidobatteri, dal cui metabolismo vengono prodotti gli acidi grassi a catena corta (SCFA). Questi riducono il pH intestinale inibendo così i batteri patogeni e riducendo i rischi di traslocazione batterica, inoltre stimolano il riassorbimento di acqua ed elettroliti e svolgono un'azione enterotrofica: l'incremento dei bifidobatteri si può definire una azione prebiotica che determina la riduzione della diarrea.
La gomma di guar (PHGG) è un galattomannano (composto da galattosio e mannosio) ricavato dall'endosperma del fagiolo. Produce un'elevata quantità di SCFA e pertanto si comporta analogamente ai FOS favorendo il trofismo e la funzionalità degli enterociti e regolando l'alvo.
Esistono sostanze in grado di potenziare la risposta immunitaria e pertanto sono molto utili, soprattutto nei pazienti critici, per evitare infezioni e diminuire il rischio di morte. Queste sostanze sono: l'arginina, gli acidi grassi omega-3, i nucleotidi, la glutamina. Esse agiscono aumentando la risosta dei linfociti T o attenuando la risposta infiammatoria.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Lucrezia Modesto
[Visita la sua tesi: "Alimentazione e menopausa"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Esame: Nutrizione artificiale
- Docente: Gradaschi
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