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CIRCOLAZIONE LIQUORALE e VASCOLARIZZAZIONE CEREBRALE


CIRCOLAZIONE LIQUORALE:

I ventricoli laterali si sviluppano dal lobo frontale a quello temporale.
Tramite il foro di Monro o forami interventricolari c’è la connessione col III  ventricolo, che è connesso tramite l’ acquedotto di Silvio al IV ventricolo, da cui parte il canale spinale o ependimale che va fino al MS.
Questo sistema di cavità ossee contiene al suo interno un liquido, chiamato liquor o liquido cefalorachidiano/cerebrospinale.



Tale liquido (trasparente e privo di globuli rossi) nasce da delle particolari strutture presenti nei ventricoli, chiamate plessi coroidei (particolarmente sviluppati a livello dei ventricoli laterali).
Il liquor è presente sia dentro che fuori dai ventricoli, per esempio nello spazio subaracnoideo e in tutto il mantello corticale, ma la sua diffusione è controllata dalle cellule epiteliali che ricoprono i plessi, unite tra loro da giunzioni strette: esse compongono la barriera ematoliquorale. Inoltre, i villi aracnoidei, delle granulazioni che si estendono nei seni venosi, danno modo al liquor di riversarsi nel sangue, ma non viceversa (per evitare ematomi).



A cosa serve il liquor?
Protegge il SNC da urti contro le strutture ossee che lo contengono (il liquor è presente nelle meningi, nei ventricoli degli emisferi cerebrali ed esternamente al MS) → funge da cuscinetto idraulico (es. fa passare il peso del cervello da 1500g a meno di 100g, poiché galleggia)
• Insieme al sangue, permette di controllare le modificazioni dell’ambiente interno (es. modificazioni di CO2 del liquor fanno scattare risposte automatiche dei centri respiratori del tronco cerebrale che a loro volta regolano il rifornimento di O2 e il PH del corpo).

La circolazione del liquor:
è fondamentale perché se questo sistema non fluisce correttamente il liquor rientra nei ventricoli e si accumula (si parla allora di idrocefalo); questo nei bambini comporta un ampliamento dei ventricoli, seguito da un ingrossamento della scatola cranica in modo sproporzionato. Con un intervento (drenaggio) si fa fuoriuscire il liquor dai ventricoli e l’operazione è piuttosto efficace.
Nell’adulto invece l’accumulo di liquor produce una compressione del cervello, in quanto la scatola cranica è rigida e già formata; l’intervento è il medesimo, ma risulta più ostruttivo e pericoloso.

VASCOLARIZZAZIONE CEREBRALE (sistema arterioso):

Attraverso il circolo cerebrale arterioso il SNC riceve il sangue circolante nel corpo: esso si divide in anteriore (arterie carotidi) e posteriore (arterie vertebrali).

Le arterie:

→CIRCOLAZIONE ANTERIORE
Le arterie carotidi comuni di destra e di sinistra si biforcano a livello cervicale, formando le due arterie carotidi esterne (che irrorano i tessuti del viso e del capo all’esterno della scatola cranica) e le due arterie carotidi interne (che penetrano nella teca cranica e vascolarizzano il tessuto cerebrale), mentre inferiormente sono in contatto con l’ arco aortico.
Il tratto iniziale di ciascuna carotide interna presenta una dilatazione, il seno carotideo, dove si trovano i barocettori, in grado di segnalare al SNC le deformazioni meccaniche prodotte sul vaso da variazioni della pressione
arteriosa, innescando così risposte regolatorie (baroriflesso).


Ogni arteria carotide interna, che fornisce circa il 40% dell’apporto totale di sangue al cervello, a sua volta dà origine all’ arteria cerebrale media e anteriore di destra e di sinistra.
Le due arterie cerebrali anteriori sono unite tra loro dall’ arteria comunicante anteriore, che permette loro di fornire sangue alla superficie mediale e laterale dei lobi frontale e parietale, oltre che alla circonvolunìzione del cingolo. La restante parte della superficie laterale degli emisferi è vascolarizzata dalle arterie cerebrali medie, che raggiungono i nuclei specifici e la sostanza bianca in profondità formando l’ arteria basilare, che risale lungo la superficie

→CIRCOLAZIONE POSTERIORE
Le arterie vertebrali confluiscono anteriore de tronco dell’encefalo, fornendo collaterali che irrorano ponte e parte del cervelletto.
A livello del margine superiore del ponte essa si biforca, formando le due arterie cerebrali posteriori, che raggiungono gran parte dei lobi temporali e occipitali.
Esse comunicano con l’arteria carotide interna a livello della sua biforcazione tramite le arterie comunicanti posteriori.
Circolazione anteriore e posteriore sono funzionalmente divise, ma interconnesse dal circolo/poligono di Willis, un sistema di anastomosi arteriose localizzato nella faccia inferiore del cervello.
Esso è un meccanismo di sicurezza, una rete di vasi sanguigni posta alla base dell’encefalo in grado di garantire un adeguato apporto ematico al tessuto cerebrale anche in caso di parziale ostruzione di uno dei vasi arteriosi; non è però in grado di prevenire i danni causati da un’ostruzione che colpisca un vaso di piccole dimensioni posto più perifericamente.



Territori di distribuzione – RAMI CORTICALI:
  1. Arteria cerebrale anteriore: percorre le regioni mediali e dorsali del lobo frontale, il lato mediale e il margine dorsale del lobo parietale anteriore
  2. Arteria cerebrale media: percorre la scissura laterale di Silvio e si distribuisce a quasi tutta la superficie laterale dell’emisfero cerebrale (lobi frontale, parietale e temporale)
  3. Arteria cerebrale posteriore: percorre il lobo occipitale, parietale superiore e temporale inferiore + cervelletto e tronco

→ Strutture mediali e profonde:
  1. Arteria cerebrale anteriore: faccia mediale del lobo temporale e parietale, diencefalo (incluse le strutture limbiche), parte anteriore del corpo calloso, nuclei della base (caudato)
  2. Arteria cerebrale posteriore: parte mediale del lobo occipitale e parietale, porzione inferiore del lobo temporale, maggior parte del talamo e splenio del corpo calloso.
  3. Arteria cerebrale media: strutture profonde (insula, ipotalamo, amigdala, talamo, gangli della base)

Le arterie si suddividono in vasi di dimensioni progressivamente minori, formando dapprima arteriole e poi capillari.
Questi ultimi sono addetti agli scambi di gas, nutrienti e sostanze di scarto tra sangue e tessuto e sono numerosissimi; il loro numero elevato indica che il tessuto cerebrale ha un metabolismo elevato e richiede un apporto continuo e cospicuo di sostanze energetiche e di ossigeno dal sangue. Le cellule che ne formano il rivestimento interno sono dette cellule endoteliali.
Esempio: i capillari posteriori irrorano il lobo temporale, occipitale e tronco encefalico

Vene cerebrali e seni venosi meningei:

Il sangue refluo dal cervello viene raccolto in vasi venosi (le vene), che si distinguono in cerebrali superficiali e profonde e confluiscono nei seni venosi della dura madre.
Il seno principale è detto seno sagittale superiore, che decorre sulla superficie emisferica in corrispondenza della scissura interemisferica e si continua nei seni trasversi/laterali dei due lati.
Confluiscono nel seno sagittale anche il seno retto, che raccoglie sangue proveniente dalle strutture cerebrali profonde, e il seno occipitale.
Il sangue raccolto dai seni fuoriesce poi dal cranio attraverso la vena giugulare interna.



Malattie cerebrovascolari:
Consistono in un’alterazione temporanea o permanente (necrosi) del tessuto cerebrale derivante da un processo patologico dei vasi sanguigni. Alcuni esempi:
  • Ictus = deficit neurologico focale acuto e non convulsivo. Può essere ischemico (occlusione del vaso) o emorragico (rottura di un vaso)
  • Ischemia cerebrale = trombosi: riduzione locale del flusso sanguineo per ostruzione aterosclerotica di un vaso sanguineo; arteriosclerosi: ostruzione parziale o completa per inspessimento della parete del vaso; embolo: trombo mobile di origine non cerebrale.
  • Emorragia cerebrale = rottura di aneurisma: sfiancamento della parete di un vaso; subaracnoidea: versamento di sangue nel liquor; intraparenchimale: versamento nel tessuto cerebrale. La rottura dei vasi può essere legata a ipertensione, malformazione arterovenosa, lesione traumatica, …

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