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Indicazioni al bypass aortocoronarico in urgenza


In caso di sindrome ischemica acuta (angina instabile, infarto miocardico) viene talora indicato un intervento chirurgico di bypass aortocoronarico in urgenza. Tuttavia i pazienti in tali condizioni vengono, in prima istanza, sottoposti a trattamento medico intensivo comprendente aspirina, eparina, farmaci antianginosi e, in caso di infarto acuto, ad un tentativo di ricanalizzazione precoce dell’arteria occlusa mediante trombolisi
In anni recenti, i risultati ottenuti dopo ricanalizzazione precoce per mezzo dell’angioplastica percutanea transluminale dell’arteria coronarica responsabile dell’infarto, hanno suscitato interesse se comparati con quelli ottenuti dopo trombolisi. I pochi studi disponibili mostrano che la pervietà del vaso viene ottenuta in un maggiore numero di casi. Ciò si traduce in una ridotta mortalità e una riduzione dell’estensione dell’area infartuale. I limiti in termini di strutture ospedaliere e di costi limitano attualmente un largo impiego dell’angioplastica in corso di infarto acuto. L’angioplastica nell’infarto acuto resta comunque indicata, se tecnicamente realizzabile, in caso di: controindicazioni, anche relative, alla trombolisi; shock cardiogeno; infarto complicato da insufficienza ventricolare sinistra o destra. L’angioplastica è inoltre indicata in caso di fallimento della terapia trombolitica, in particolare in presenza di infarto esteso in soggetti giovani.
Poiché la rivascolarizzazione miocardica in corso di infarto acuto è una “corsa contro il tempo”, un intervento di bypass aortocoronarico in emergenza è solo raramente realizzabile e in ogni caso necessita di particolare coordinazione tra équipes di diverse branche specialistiche. Vi sono tuttavia situazioni cliniche in cui è indicato un intervento chirurgico in urgenza.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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