Decorso postoperatorio a breve termine
Cicatrizzazione
Riguarda le ferite chirurgiche in sede toracica e agli arti inferiori
Ferita sternotomica
La complicanza più seria è rappresentata dalla mediastinite che può rendersi clinicamente evidente fino a 1 mese dall’intervento con segni di infezione e infiammazione, dolore, diastasi o scatto sternale, secrezione purulenta. Il trattamento è la revisione chirurgica con posizionamento di drenaggi associato all’antibioticoterapia endovenosa.
Forme più benigne sono rappresentate da infezioni dei piani presternali con segni e sintomi simili, ma senza diastasi o scatto sternale. Il trattamento richiede cicli di medicazioni e antibiotici antistafilococcici per os.
Si ha talora intolleranza del paziente ai punti d’acciaio utilizzati per la sintesi chirurgica dello sterno che si traduce in una cicatrice dolente, infiammata ed edematosa in assenza di segni di infezione o instabilità sternale.
Ciò può interessare l’intera ferita o parte di essa. Il trattamento talvolta richiede la rimozione dei punti sternali in anestesia locale.
In rari casi una cicatrizzazione ritardata può dipendere dalla necrosi cutanea dei lembi o essere favorita da una radioterapia locale preoperatoria.
Più a lungo termine i pazienti possono lamentare dolore in sede sternale che può avere origine ossea o essere correlato ai punti d’acciaio. Ciò può essere legato all’isolamento dell’arteria mammaria con possibili lesioni chirurgiche dei nervi intercostali e parestesie e/o ad una eccessiva divaricazione sternale con eventuali fratture costali. Il dolore è acuito da movimenti bruschi degli arti superiori e dalla tosse. Il trattamento consiste in una terapia analgesica e/o anti-infiammatoria anche se, a distanza dall’intervento, il dolore tende a diminuire ed eventualmente a cessare del tutto. Se i sintomi sono imputabili ai fili d’acciaio vengono generalmente riferiti in un punto preciso e sono evocabili alla palpazione. La radiografia del torace può mostrare fili rotti che richiedono spesso la rimozione chirurgica.
Ferita in sede di prelievo safeno
L’infezione localizzata in questa sede con secrezione purulenta richiede cicli di medicazioni. In casi estremi sono stati descritti quadri di erisipela che necessitano un trattamento aggressivo.
Vi può essere intolleranza ad una sutura intradermica che viene in questi casi rimossa attendendo la cicatrizzazione per seconda intenzione.
Sindromi infiammatorie
La sindrome infiammatoria abitualmente osservabile dopo interventi di cardiochirugica dipende dalla CEC, dai processi di cicatrizzazione, da eventuali versamenti pleuro-pericardici, da un certo grado di anemia e da una velocità di eritrosedimentazione (VES) accelerata. Non è raro rilevare una VES superiore a 80 mm alla prima ora, associata ad una proteina C-reattiva (PCR) aumentata e a trombocitosi. La durata della sindrome infiammatoria è di circa 2 o 3 settimane. Soprattutto se persistono valori elevati di PCR va ricercata una complicanza infettiva.
Radiografia del torace
Alcune caratteristiche contraddistinguono la radiografia postoperatoria di un paziente cardiochirurgico. Sono visibili i punti sternali metallici, clip vascolari lungo il decorso dei bypass o del letto dell’arteria mammaria nativa, alcune protesi valvolari meccaniche, lo stent delle bioprotesi e gli anelli protesici per anuloplastica.
Nell’immediato periodo postoperatorio devono in particolare esere ricercati: una paralisi diaframmatica; un aumento dell’ombra cardiaca, possibile indice di versamento pericardico; un versamento pleurico; uno pneumotorace; focolai broncopneumonici.
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