Il mito di Ulisse in Giovanni Pascoli
L’Ultimo viaggio, 1905 (dai Poemi conviviali)
Ne Il Ritorno, il poemetto incluso in Odi e Inni, Pascoli aveva già trattato della figura di Ulisse. È un Ulisse il cui approdo a Itaca ha finalmente luogo ma al nostos non corrisponde l’agnizione e succede lo spaesamento: Ulisse non riconosce la sua terra, la sua casa, i suoi cari.Ma è L’Ultimo viaggio a presentarci un ritratto più dettagliato di Ulisse. L’anti-eroico Odisseo di Pascoli qui si contrappone alla figura dell’eroico Ulisse di Graf, senza disdegnarne tuttavia la lezione e può essere considerato quasi una risposta polemica al modello dannunziano. L’eroe guerriero di D’Annunzio ha infatti il suo contrario nell’inquieto sognatore di Pascoli, permeato di nostalgia.
Pascoli reinventa una micro-Odissea in 24 canti, come quella omerica, nella quale Odisseo giunto verso la fine della sua vita, decide di imbarcarsi in un’impresa per mare, il suo però non è un viaggio verso l’ignoto (come in Dante e Tennyson) bensì un ritorno nel già noto, vuole ripercorrere a ritroso l’antico itinerario alla ricerca di luoghi e figure del passato per interrogarsi sul senso della propria esperienza, per accertarsi della sua stessa consistenza.
Come già in Baudelaire l’unica verità sarà però una definitiva, tragica disillusione, fatta di silenzi e morte e ben rappresentata dall’immagine delle Sirene che, per la prima volta nella storia della letteratura, tacciono negando così ad Ulisse ogni speranza di conoscenza. (“nostos negato”)
L’Ultimo viaggio si chiude così con la morte di Ulisse, la sua nave si scontra fra gli scogli delle mute Sirene e le acque trasporteranno il cadavere del naufrago presso l’isola di Calypso dove sarà la dea a ritrovarlo Morte di Ulisse = morte del Mito
Questa volta, al termine del lungo errare di Odisseo non c’è l’America ma di nuovo, come nell’Inferno, la morte. L’Odisseo di Pascoli anela ad una verità che dia senso alla vita e proprio in questo suo desiderio di totalità assoluta si annida il germe dell’annientamento senza remissione. L’uomo del nostro ieri vuole possedere l’universo intero: al termine dell’ultimo viaggio, stringe nelle mani un pugno di sabbia.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Livia Satriano
[Visita la sua tesi: "No Wave: sperimentalismo artistico e alienazione sonora nella New York di fine anni settanta"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura italiana moderna e contemporanea
- Docente: Enrico Elli
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