L'autorità comunitaria in Sicilia (1200-1300)
L'AUTOGOVERNO. Un gruppo di documenti segnala la presenza tra il 1270 e il 1290 di un'autorità comunitaria complessa, fondata sulla collaborazione o sulla concorrenza di magistrati, eredi del sacerdozio e dotti. Quella dei dotti o cantori sembra all'inizio prevalere, così almeno risulta dalla nomina del 1270 di Carlo d'Angiò. Però nel 1283 l'eletto della comunità ebraica di Palermo è un magistrato e nel 1292 compare alla guida un “anziano”. L'istituzione dunque rimane poco rigida e aperta a modifiche di titoli e funzioni. In Sicilia assistiamo dunque ad una presenza di diversi modelli concorrenti e contemporaneamente un tentativo della Corona di semplificazione amministrativa.
In un primo momento la magistratura annuale, che era condivisa con un consiglio, viene sostituita da un maestro o da un proto senza limiti di tempo che si distingueva per carisma e autorità personale. Il modello successivo è quello di un governo consiliare di varia forma. A Trapani nel 1374 troviamo una magistratura di transizione con due proti, tre sindaci e dodici eletti. A Siracusa troviamo un proto unico coadiuvato da dodici maggiorenti, probabilmente nati come ufficiali minori incaricati dal proto della distribuzione di pane e denaro (erano infatti detti anche “elemosinieri” e segno di una rivendicazione di potere più allargata all'interno della comunità. Questo Regime dei Dodici si sviluppa innanzitutto a Palermo dove si passa da un tribunale contro gli ebrei “spifferoni” composto da quattro saggi e dodici segretari ad un governo regolamentato da re Martino nel 1397 sulla base del censo, con l'elezione annuale di dodici membri, quattro per ogni ceto (maggiore, medio e minore) che dovevano ruotare di tre in tre ogni tre mesi. Nel 1399 il consiglio dei dodici viene ridotto a sei.
Trapani sceglie una via meno oligarchica con trenta consiglieri di cui 15 superiori e 15 inferiori da accoppiare secondo sorteggio: ogni coppia di proti governerà la comunità trimestralmente con l'aiuto degli altri 28.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia medievale
- Docente: Clara Biondi
- Titolo del libro: Arabi per lingua, ebrei per religione
- Autore del libro: Henri Bresc
- Editore: Mesogea
- Anno pubblicazione: 2001
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